Milan-Inter 0-3: Lautaro e Lukaku tra gli applausi

Una doppietta di Lautaro e un gol di Lukaku portano i rossoneri a -4. Super Handanovic non permette al diavolo di tornare in partita

Se davvero si tratta dell’irrevocabile ridimensionamento del Super Milan e del definitivo decollo dell’Inter, lo scopriremo presto. Certo, questo derby in cui i nerazzurri spingono i cugini 3-0 porta segnali abbastanza chiari. Innanzitutto per quanto riguarda la classifica, dove l’Inter va a +4 sul Milan. È lo spettacolo Lu-La: decidono loro un apparecchio dentale Lautaro e un obiettivo fantastico a Lukaku. Ma lo spettacolo fa parte anche dei pali perché l’Inter deve fare un monumento a Handanovic, che a inizio ripresa (1-0) contrappone tre volte Ibra e Tonali da supereroi nel momento più bello del Milan. Al resto penserà l’attacco nerazzurro, molto più efficace e concreto di quello dell’avversario. Pioli si è affidato ai fedelissimi (sette cambi dall’Europa League), anche se alcuni sono ancora a caccia di qualche brutto malanno. E poi Calabria e Kjaer tornano in difesa, Kessie al centro (con Tonali al posto dell’infortunato Bennacer), Saelemaekers e Calhanoglu sulla trequarti, Ibra davanti. Conte ha confermato anche le sensazioni del giorno prima, non a caso negli undici: Lu-La in attacco, centrocampista affidato a Barella, Brozovic ed Eriksen, carnefice dei rossoneri nel derby di Coppa Italia preferito a Vidal.

Duelli

Indubbiamente migliore l’Inter nel primo tempo dove i nerazzurri hanno mostrato idee più chiare e un approccio decisamente più concreto. Per mezz’ora è stata una partita quasi unilaterale, se parliamo dei pericoli per gli avversari. Meno in termini di possesso palla, ma con una grossa differenza: l’Inter è riuscita più di una volta a entrare in area con tre-quattro assist, il Milan ha giocato prevalentemente in orizzontale, senza poter aumentare il ritmo e quindi senza grandi possibilità di trova il foro centrale. Anche l’Inter sta meglio in tanti duelli, il che spiega molto. Lukaku su Romagnoli, Lautaro su Kjaer, Eriksen su Tonali, Barella su Kessie, Brozovic (aiutato da Barella) sull’etereo Calhanoglu: tutti faccia a faccia dipinti in nerazzurro. Anche i Saelemaekers e Rebic non sono arrivati, incapaci di gestire i palloni più semplici. Risultato: Ibrahimovic di nuovo senza assist. Tutto il contrario rispetto all’altra parte del campo, dove il Lu-La si è trovato – soprattutto nella prima metà del tempo – con disarmante facilità. Il gol è nato da una scivolata alla destra di Lukaku, che ha volato velocemente di molti metri in pochi secondi a Romagnoli: il primo cross è stato bloccato da Kjaer, il secondo è scivolato dolcemente sulla testa di Lautaro. Tutto questo è molto bello, semplicemente perfetto anche perché i difensori rossoneri si sono trasformati in statue di sale e l’argentino ha avuto il privilegio di schiantarsi nella solitudine tra Kjaer e Calabria da spettatore. Erano passati solo cinque minuti e per il Milan è stato ovviamente un duro colpo. Diavolo non riesce a uscire dalla sua metà campo, ma la prima pausa, nel quarto d’ora, probabilmente ha fatto intuire ai rossoneri qualcosa di importante: prima che Ibra finisse con un improbabile tacco acrobatico, la zona dell’Inter aveva scatenato il panico per il Milan azione. Panico eccessivo e mancanza di lucidità rispetto all’inerzia della gara.

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Porta scorrevole

La prima vera circostanza in cui il Milan sfiora il gol è stata al 33 ‘, quando Hernandez in zona anticipava tutti e chiudeva con i baffi. Da quel momento in poi, il diavolo è aumentato di tono e convinzione. Niente di trascendentale, ma maggiore consapevolezza e fiducia nelle partite (ea due minuti dalla fine Calhanoglu invece di tirare da ottima posizione ha tentato un passaggio assurdo a Rebic). Un approccio che i rossoneri hanno trasferito, amplificando in maniera esponenziale, nella ripresa. Inizio di un film di terrore per l’Inter, uscita indenne solo grazie a tre miracoli consecutivi nei primi tre minuti di Handanovic. Due su Ibra e uno su Tonali. E ‘stata la porta scorrevole della partita, l’Inter ha raddoppiato poco dopo nel momento più frizzante del Milan: Lautaro di nuovo in buca dopo una manovra tra Hakimi, Eriksen e l’ottimo Perisic. Il Milan va riconosciuto per non mollare e la pressione è continuata in modo costante e convincente. La partita, però, diceva, anche in queste situazioni, una cosa molto chiara: palla per il Milan, occasioni per l’Inter. Lukaku ha scaldato prima il piede (bravo Donnarumma) e poi ha deciso di fare tutto da solo, praticamente partendo dal centrocampista (compianto Kessie) e finendo con un sinistro letale sul palo coperto da Donnarumma. Nessun rossonero, soprattutto Romagnoli, poteva nemmeno preoccuparsi dei suoi progressi. Il gioco sostanzialmente è finito qui. Il diavolo è morto naturalmente nei minuti, alla mezz’ora Pioli ha tolto Ibra e Conte Lautaro. L’inerzia è rimasta tra i piedi dei rossoneri, ma più per dovere che per vera convinzione. Finisce con stati d’animo diametralmente opposti: il campionato è cambiato, anche se la strada è ancora lunga.

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