Mentre parte del mondo aumenta le vaccinazioni anti-Covid, puntando all’estate per completare almeno la prima fase della vaccinazione, resta alta la paura delle varianti: in Vietnam apparve un nuovo ceppo del virus, questa volta “ibrido”, cioè formato dalle varianti indiana e inglese. La caratteristica più allarmante sembra essere la capacità di diffondersi molto rapidamente nell’aria, più di altre già note. A diffondere la notizia – ufficialmente, infatti, non si tratta di voci o sospetti – è stato il ministero della Salute vietnamita.
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Il Vietnam scopre una nuova variante del coronavirus con mutazioni britanniche e indiane https://t.co/2nElfYqqVf
– VnExpress (@vietnamenglish) 29 maggio 2021
Il ministro Nguyen Thanh Long Ha anche chiarito che proprio questa variante è responsabile della nuova ondata di contagi in corso nel Paese, un trend che compare da circa un mese e che ad oggi ha registrato 3.595 nuovi casi in 33 città e province. Il Vietnam ha finora rilevato sette varianti del virus, comprese le varianti sudafricane, britanniche e indiane. Secondo i conteggi della Johns Hopkins University, dall’inizio della pandemia nel Paese sono stati registrati 6.713 casi di contagio, con 47 decessi. Il ministro vietnamita non ha specificato quanti nuovi casi registrati possano essere attribuiti a questa nuova variante, ma le autorità locali sono allarmate: la reazione al nuovo focolaio di contagi è stata immediata, con nuove restrizioni in particolare su viaggi e su orari e modalità. per attività commerciali. Così, in alcune regioni del Paese, sono state riorganizzate le chiusure di bar, ristoranti, parrucchieri e centri massaggi, nonché di alcuni centri turistici e luoghi di culto. Un passo indietro che è chiaramente ritenuto necessario e che, visto dall’Europa, è un monito ma anche un incubo.
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Il Regno Unito teme – Per il Regno Unito, ad esempio, che sta vivendo giorni senza fiato nella speranza che l’impennata dei contagi degli ultimi giorni rimanga contenuta e si fermi presto, magari invertendo nuovamente il trend, senza interferire con il piano britannico di riapertura. quasi alla fine. Dopo l’attuale traguardo rilasciato il 17 maggio, infatti, stiamo aspettando fino al 21 giugno per rimuovere quasi tutte le restrizioni, ma alcuni esperti hanno iniziato a suggerire la frenata. La preoccupazione era già montata nei giorni scorsi con la diffusione della variante indiana e Downing Street si è affrettata ad assicurare, per bocca del ministro delle Attività produttive Kwasi Kwarteng, che i dati non giustificavano l’ipotesi di un rinvio della scadenza del 21 giugno. . Poi lo stesso Boris Johnson ha invitato alla prudenza, avvertendo che una decisione definitiva in merito dovrà “attendere” ulteriori accertamenti. Nelle ultime 24 ore, intanto, il numero di nuovi casi di Covid-19 si è attestato a 3.398, in lieve calo rispetto al precedente dato di 4.182 nuovi contagi, mai più dal 1 aprile.
Ultimo aggiornamento: 20:02
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