UDINE. Aveva visto un fuoco. E subito in volo, si accorse che era successo qualcosa di brutto. Le comunicazioni radio erano agitate mentre colonne di fumo si alzavano dal terreno.
Il colonnello Gianpietro Gropplero di Troppenburg, ex pilota della Pan dal 1981 al 1991, morto di malattia a 74 anni, ricorda ogni momento dell’incidente di Ramstein.
Il 28 agosto 1988 lui, che occupava il posto di Pony 6 nell’allora formazione delle Frecce tricolori, aveva perso in questo scontro tre suoi compagni, il leader Mario Naldini, il solista Ivo Nutarelli e il primo esterno sinistro Giorgio Alessio .
“Per tanti anni – ricorda Alberto Moretti, che era il più anziano del gruppo da capo addestramento in addestramento e che quel maledetto giorno era a Rivolto – abbiamo vissuto fianco a fianco e condiviso momenti belli ma anche tragici.
Non eravamo solo colleghi, ma veri amici. Giampi, come lo chiamavamo tutti, merita di essere ricordato per la sua storia personale e quella della sua famiglia e, soprattutto, per l’esempio che può rappresentare per tutti, soprattutto per alcuni giovani che riservano una grande attenzione all’aspetto e meno alla sostanza. . . . Tutto il contrario di quello che era Giampi”.
“Il padre Gianandrea – prosegue – durante la seconda guerra mondiale si distinse come pilota militare e poi come partigiano, con il nome di battaglia ‘Freccia’, pensa alla sorte, ricevendo la medaglia d’oro al valor militare.
Oltre al titolo nobiliare di conte, ha ereditato dal padre la freddezza e la raffinatezza che lo hanno contraddistinto nelle fasi della sua vita, soprattutto quelle professionali”.
Era un istruttore di volo e i suoi allievi lo ricordavano “come un gentiluomo con la S maiuscola, sempre disponibile ad ascoltare e ad aiutare gli altri, un grande uomo e pilota.
Sotto quel sorriso concesso a chiunque, c’era forza d’animo e determinazione incrollabile. Un senso del dovere e di responsabilità raro da trovare in una persona così equilibrata. Dopo Ramstein, ha giocato un ruolo decisivo nella ricostruzione delle Frecce”.
Ha preso per mano i piloti, ricostituendo, in volo ea terra, “un ottimo team che ha ripreso i voli con fiducia – ricorda Moretti -. La sua arma più potente era il suo esempio”.
I funerali dell’ex pilota, che lascia la moglie Claudia e i due figli, saranno celebrati lunedì 14, all’età di 16 anni, nella cattedrale di Buja dove risiedeva. –
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