Nessuna apertura del Cts, no a Gravina sulla riduzione dei respingenti. E gli stadi restano chiusi | Prima pagina

Manca solo l’ufficialità ma, a seconda di quanto raccolto dal portale Calcio e finanza alla fine di riunione odierna del Comitato Tecnico Scientifico, IOIl protocollo sanitario del calcio non cambierà. Al momento. È stato quindi respinto anche l’ultimo ricorso del presidente della Federcalcio Gabriele Gravina, che nelle ultime ore aveva chiesto soprattutto un allentamento delle misure sui tamponi.

QUESTIONE ECONOMICA – Secondo il protocollo in vigore, i giocatori sono tenuti ad eseguire i test Covid ogni 4 giorni, al fine di evitare la quarantena dell’intera squadra in caso di esito positivo da parte di un componente del gruppo calciatori / staff tecnico. C’è tempo diversi rappresentanti del mondo del calcio, tra cui i presidenti delle società meno attrezzate e delle serie inferiori, vogliono una riduzione dei buffer anche per motivi economici, ma la risposta del CTS è stata assolutamente negativa considerando i rischi insiti in qualsiasi tipo di sport di contatto.

Nessuna concessione neppure alla riapertura, dichiaratamente parziale, degli stadi, su cui Federcalcio e Gravina erano comunque stati più morbidi, sostenendo la scelta del governo di attendere i primi rientri sulla ripartenza delle scuole. Fino al prossimo 6 ottobre, dunque, salvo colpi di scena, le partite dei campionati professionistici continueranno a essere giocate a porte chiuse.

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