colonnaDebby Gerritsen scrive tre volte a settimana quello che pensa.
La mia incredulità nella causa tra Johnny Depp e Amber Heard cresce di giorno in giorno. Non sono le storie umilianti e disgustose in tribunale che mi sorprendono di più. È chiaro che gli ex amanti hanno avuto la peggio l’uno dell’altro durante la loro relazione. Sono entrambi autori e vittime di violenza domestica. Tuttavia, Amber Heard ne trae il massimo.
In primis da Johnny, che in questo caso di diffamazione accusa Amber che l’editoriale in Il Washington Post, in cui scrive che essere vittima di violenza domestica senza fare il nome di Johnny, ha danneggiato la sua carriera di pirata. Il fatto che l’uomo abbia da anni un problema con alcol e droghe, e per questo sia su varie blacklist, a quanto pare non ha nulla a che fare con questo. Dall’attore sempre così cool e sexy di 21 via del salto rimane, anche dopo questo processo, non poco. E la sua ex moglie ora deve pagare per questo. In questa battaglia, Johnny riceve un enorme sostegno dai suoi fan che si comportano come se facessero parte di una setta e hanno una cieca fedeltà e la volontà di mettere da parte tutti i fatti brutti sul loro grande eroe.
Perché questa sete di sangue che spinge le persone al recinto a causa di una causa tra due attori di Hollywood che non conosciamo affatto e in cui non abbiamo né parte né parte?
E quindi non dire una parolaccia su Jack Sparrow, come ho fatto nel mio articolo la scorsa settimana, o avrai a che fare con un branco di sostenitori del Depp assetati di sangue e rabbiosi che non sanno come fermarsi. In sintesi, come Amber Heard, sono una puttana stupida, isterica e narcisista che merita di essere sola. E-mail di odio, messaggi diretti, tweet e commenti da un lato confermano la mia opinione secondo cui le donne che parlano apertamente sono troppo spesso descritte come isteriche. Ma ad essere sincero, sorprendono anche me. Perché questa sete di sangue che spinge le persone al recinto a causa di una causa tra due attori di Hollywood che non conosciamo affatto e in cui non abbiamo né parte né parte?
Naturalmente, conosciamo l’amara conclusione che i social media tirano fuori il peggio delle persone: una reazione istintiva è scritta così. Inoltre, nel nostro mondo digitale parallelo, ci sono solo due gusti tra cui scegliere: sei a favore o contro. Ma ancora più importante è il fatto che non ci piace vedere i nostri eroi cadere. Diamo loro semplicemente lo status di eroe e faremo tutto il possibile per mantenere quell’immagine. Per pura autoconservazione, perché ad esso associamo il nostro destino (a volte letteralmente). Esattamente come ha scritto Heard nel suo articolo: «Immagina un uomo potente come una nave, come il Titanic. Questa nave è un’impresa enorme. Quando colpisce un iceberg, ci sono molte persone a bordo che cercano disperatamente di tappare i buchi, non perché credono o si preoccupano della nave, ma perché il loro destino dipende dalla compagnia’†
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