“Non potevamo uccidere il Chievo. Una nuova Serie A molto strana”

Intervenuto sulle frequenze di Teleradiostereo, Sergio Pellissier, storico capitano del ChievoVerona, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni:

Che tipo di lavoro fai per ricreare il Chievo?

Ho sofferto molto quando ho lasciato il club a cui ho dato la mia vita da calciatore. Sono stato rattristato dalla mancanza di registrazione della mia vecchia attività. A quel punto ho deciso di trasferirmi, perché mi dispiaceva tanto non aver più visto il Chievo. È stata una sfida andarci, soprattutto durante le vacanze.

Da dove partirai?

Dalla terza categoria, perché non abbiamo avuto tempo per la D. Andiamo a ricreare il settore giovanile, l’obiettivo è riformare un gruppo, poi salire gradualmente di categoria, basta ricominciare da capo, non potevamo far morire il Chievo.

Quale sarà il campo da gioco?

Per la terza categoria non ci saranno problemi di installazione, avrei dovuto trovare una struttura se avessimo fatto la D. Adesso non ci resta che far capire ai più piccoli la nostra missione, non posso non giocare da solo.

Cosa ti ha fatto rimanere al Chievo per tutta la tua carriera?

Se hai un giocatore che non è costoso per te e alcuni obiettivi lo stanno facendo per te, non hai motivo di metterlo in vendita. Ecco, possiamo dire che è stato il mio caso. Ho fatto qualche record con il Chievo, per me è stato un onore, un orgoglio.

Ti piace la nuova Serie A?

Strano, perché tanti allenatori e pochi giocatori sono cambiati. Vedo un campionato equilibrato, ci sono squadre con ambizioni importanti, come la Roma de Mourinho. Il tecnico portoghese ti fa dare il massimo, la Roma è un ambiente passionale che esige molto: la difficoltà per il giocatore può venire da lì e Mourinho è la figura perfetta per distogliere l’attenzione e far lavorare la sua squadra con calma.

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