“Non tagliare ulteriormente l’assistenza sanitaria mentale”

“Non tagliare ulteriormente l’assistenza sanitaria mentale”

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Siamo rimasti sorpresi nel leggere le recenti dichiarazioni del Segretario di Stato Maarten van Ooijen (Salute pubblica). Ulteriori tagli all’assistenza sanitaria mentale sarebbero giustificati perché “la crescita illimitata” del numero di giovani che ricevono assistenza professionale per problemi di salute mentale è “impossibile da organizzare e da pagare”.

Con una serie di affermazioni in bianco e nero (“tutti sono oscuri a volte”), Van Ooijen ignora completamente l’importanza di un’assistenza sanitaria mentale accessibile. Van Ooijen, inoltre, a quanto pare non riesce a vedere che sono proprio i radicali tagli di bilancio degli ultimi anni che hanno contribuito all’attuale crisi della salute mentale. Invece il problema sarebbe con “l’autodiagnosi via TikTok”. Come se un praticante addestrato non potesse filtrarlo.

Negli ultimi anni e in parte a causa delle conseguenze della crisi del coronavirus, la domanda di cure per la salute mentale è infatti aumentata rapidamente. Le persone devono aspettare mesi o addirittura anni per un trattamento adeguato a causa di una grave carenza di professionisti qualificati. Ulteriori tagli non farebbero che peggiorare questa situazione. Gli operatori sanitari e i pazienti hanno ripetutamente lanciato l’allarme: in questi tempi turbolenti ed esigenti, le persone hanno bisogno di aiuto; l’aiuto che non possono ottenere in questo momento.

resilienza

La salute di una società dipende dalla resilienza (mentale) dei suoi abitanti. E se si deve credere al numero record di antidepressivi e ansiolitici prescritti, le cose non si mettono bene. Ne sentiamo tutti i risultati sotto forma di polarizzazione sociale e politica viscerale, che rispondono a (comprensibili) sentimenti di paura e alienazione.

Con la sua tesi a favore dell’assistenza psicologica solo nei casi più gravi, il Segretario di Stato contribuisce a mantenere un tabù distruttivo sulla salute mentale. Sembra, come spesso accade, prima la politica e solo secondariamente la giustificazione.

È un peccato che il sistema di salute mentale nei Paesi Bassi “progressisti” sia regolamentato così male. Purtroppo, dichiarazioni stigmatizzanti come quelle del Segretario di Stato dimostrano che la strada da percorrere è ancora lunga. Se i Maarten van Ooijen di questo mondo avranno successo, non solo i giovani bisognosi, ma la società nel suo complesso dovrà presto pagare il conto.

Sjoerd-Paul Beenders, Utrecht e Noah Chenevert, Amsterdam

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