L’anno scorso l’importazione e l’uso di petrolio nei Paesi Bassi sono rimasti gli stessi dell’anno precedente. Questo nonostante l’obiettivo di utilizzare un’energia più sostenibile. Anche la guerra in Ucraina ha influito poco sul nostro consumo di petrolio.
Ad esempio, il nostro consumo di carburante è stato inferiore solo dell’1% rispetto all’anno precedente, secondo i dati di Statistics Netherlands. Allo stesso tempo, le raffinerie consumavano quasi la stessa quantità di greggio. Solo l’industria petrolchimica era più economica del 15%. Ciò è in parte dovuto al fatto che i processi sono stati interrotti a causa degli alti prezzi del gas.
Anche le importazioni sono rimaste invariate lo scorso anno. I dati della CBS mostrano che ora stiamo ricevendo il nostro petrolio da altrove.
La Russia era ancora un importante fornitore all’inizio dello scorso anno. Ma quella fornitura è stata sotto pressione da quando il paese ha invaso l’Ucraina. Dal 5 dicembre in Europa è stato addirittura vietato l’importazione di greggio dalla Russia.
Fino alla guerra in Ucraina, i Paesi Bassi importavano circa 2,8 miliardi di chili di petrolio dalla Russia ogni mese (la CBS misura il consumo di petrolio in chili). Per sostituire le forniture russe, il nostro Paese ha ottenuto a dicembre altri 900 milioni di chili dall’Arabia Saudita. Altri 700 milioni e 500 milioni di chili provenivano rispettivamente dall’Iraq e dal Kazakistan.
Riserva di gasolio doppia rispetto al normale
Ora c’è anche il divieto di importare prodotti russi a base di petrolio, come il diesel. In previsione di ciò, i Paesi Bassi hanno acquistato ulteriore diesel, soprattutto dalla Russia e dall’India.
Con oltre 1,2 miliardi di chili, lo stock è quindi il doppio del solito. Ciò dovrebbe prevenire, ad esempio, carenze nei trasporti e nell’agricoltura.
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