“Nonostante tutto, voglio restare qui e fare il torneo” – Corriere.it

a partire dal Marco Calabresi

Il serbo rompe il silenzio con un messaggio su Twitter: “Sono contento che il giudice abbia annullato la cancellazione del mio visto”. In precedenza si è allenato al Melbourne Park con l’allenatore Ivanisevic

Novak Djokovic non si aspettava altro che tornare in campo con una racchetta in mano. Non appena il tribunale gli ha concesso la libertà di muoversi all’interno del territorio australiano, il serbo ha chiesto e ottenuto dall’organizzazione degli Australian Open l’autorizzazione ad allenarsi a Melbourne Park anche se era tarda sera. Dopo quattro giorni surreali, uno di normalità. Nole avrebbe dovuto accedere alla conferenza di famiglia a Belgrado; invece, si è affidato a un messaggio ancora più diretto e penetrante sui social media. Una foto all’interno di un campo da tennis, con il coach Goran Ivanisevic, il coach sportivo Marco Panichi e il fisioterapista argentino Ulises Badio. “Sono felice e grato che il giudice abbia annullato la cancellazione del mio visto – le parole social di Nole – Nonostante tutto quello che è successo, voglio restare e partecipare agli Australian Open. concentrati su questo. Grazie a tutti per il supporto. Finora Non posso dire di più, ma grazie. Grazie perché mi hai dato forza”.

Djordje Djokovic, fratello minore di Nole, ha invece voluto ringraziare “il mondo intero, le persone che si sono alzate per difendere Novak”. Grazie anche al giudice Kelly, che è stato meticoloso e neutrale nonostante il sistema legale australiano fosse sottoposto a enormi pressioni di fronte al mondo. Novak è stato taggato più volte, ma tutto ciò che rappresenta è la libertà di scelta. Giustizia è stata fatta”.

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Vicino a lui, anche padre Srdjan, che ha ribadito i concetti espressi nei giorni precedenti: “Gli sono stati tolti i diritti di essere umano. Hanno cercato di portargli via il visto, di prendere il suo telefono. Invece Novak c’è, con una difesa che chi voleva mandarlo a casa non poteva contrastare. Una vittoria grandissima per lui, per la sua famiglia e per tutti i liberi”.

Infine, mamma Dijana: “Novak non ha fatto nulla di male, né ha infranto la legge. Siamo qui per celebrare la giustizia e la vittoria più grande della sua carriera”. Alla domanda su cosa fosse successo dopo il 16 dicembre, giorno della positività di Djokovic al Covid, Djordje è stato comunque conciso. “L’intero processo era pubblico e tutti i documenti sono pubblici”. La conferenza stampa si è conclusa lì.

10 gennaio 2022 (modificato il 10 gennaio 2022 | 16:37)

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