Nuove tracce fossili scoperte nelle Alpi

Quando pensiamo ai fossili più famosi al mondo, pensiamo sempre a quelli che provengono da paesi lontani: Cina, America, Russia … e tendiamo a dimenticare che anche l’Italia ha un notevole patrimonio di resti che raccontano centinaia di milioni . anni di storia della Terra; un tesoro che ancora non conosciamo appieno, come testimoniano le continue scoperte degli ultimi anni.

Sulle nostre Alpi. L’ultimo in ordine cronologico proviene da uno studio congiunto delle Università di Torino, Roma Sapienza, Genova e Zurigo con il MUSE di Trento, pubblicato su PeerJ e che racconta di una nuova scoperta fatta nelle Alpi piemontesi: le tracce fossili di grandi rettili simili a coccodrilli, che vivevano sulle nostre montagne (che all’epoca non erano ancora montagne) circa 250 milioni di anni fa.

La scoperta è avvenuta in Alta Val Maira, a quota 2.200 metri, sull’altopiano della Gardetta: qui, nel 2008 e 2009, il geologo Enrico Collo ha scoperto in alcune rocce una serie di impronte lasciate da chi ‘lui stesso ha descritto. rettili. Oggi, queste impronte sono state studiate, identificate e attribuite Chirotherium, un cosiddetto ichnogenus dei rettili. Il termine non si riferisce alla tassonomia classica, ma a quella delle impronte: anche le impronte lasciate nella roccia sono identificabili e classificate, e quelle rinvenute in Alta Val Maira appartengono proprio al genere Chirotherium, più precisamente a una nuova specie, Isochirotherium gardettensis.

Solo impronte, ma … Avendo a disposizione solo le impronte è impossibile stabilire a quale specie biologica appartenessero, ma uno studio anatomico effettuato sui pochi elementi disponibili (principalmente la forma e la dimensione delle impronte) ha permesso di stabilire che l’animale era un rettile lunga almeno quattro metri.

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La scoperta di queste tracce è importante anche per la nostra comprensione di com’era l’Italia milioni di anni fa. Il motivo per cui le tracce di Isochirotherium sono state così ben conservate che all’epoca la Gardetta non era un altopiano oltre i 2.000 metri sul livello del mare ma una costa, situata in prossimità del delta di un fiume ea contatto con il mare; i fondali fangosi favorirono la formazione di impronte, che poi si solidificarono e si sollevarono con il resto delle Alpi.

Altro che inospitale! Questa zona, nonostante la sua vicinanza al mare, un tempo era ritenuta inospitale e inadatta alla vita, ma le impronte di Isochirotherium, che testimoniano la presenza di grandi rettili, indicano invece che quello che è oggi l’altopiano della Gardetta era, 250 milioni di anni fa, una regione ricca di forme di vita.

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