Per ora, il divieto cambio tra le regioni che scade giovedì e che stamattina il Consiglio dei ministri dovrebbe prolungare di trenta giorni, “per arrivare ad una riapertura prossima alle festività pasquali che potrebbe rappresentare una ventata di aria fresca per i tour operator”. Un allentamento, a prova di interrogatorio, che avverrà però tra più di un mese anche se con il nuovo governo c’è il tentativo di cambiare ritmo e l’intenzione di evitare le drammatizzazioni e gli allarmismi di quest’ultimo mese.
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TESTE
Ieri sera, i Ministri della Salute Roberto Speranza e gli Affari Regionali Mariastella Gelmini sono stati collegati all’incontro a distanza, con i presidenti della Regione, presieduti da Stefano Bonaccini ei sindaci rappresentati dal presidente dell’Anci Antonio Decaro. All’inizio, il ministro ha assicurato l’impegno del governo a coinvolgere gli amministratori locali nel “processo decisionale che deve essere tempestivo ma che non può cadere sulla testa”.
Gli amministratori locali vengono al primo incontro con il nuovo governo. L’attenzione non è sul decreto che verrà licenziato oggi – la stagione del dpcm sembra terminata – ma su quello che dovrà fare il governo il 5 marzo che potrebbe contenere novità sul sistema colore, sulle tipologie di attività che possono essere svolte. chiuso o aperto e sulla campagna di vaccinazione. Il vecchio dpcm che divide l’Italia in zone in realtà scade il 5 marzo, ma ieri sera i presidenti di regione hanno fatto sentire la loro voce e hanno respinto l’idea di un’unica zona arancione, trovando un lido non solo con il ministro Gelmini sempre sensibile non solo all’emergenza sanitaria, ma anche all’emergenza economica.
Il Ministro della Salute è soddisfatto dell’estensione del blocco di viaggi tra regioni, che ancora evita i viaggi tra piccoli comuni e della norma, attualmente valida fino al 5 marzo, che consente a un massimo di due persone di recarsi in un’altra residenza privata, con bambini sotto i 14 anni. Speranza è però preoccupata per la forte diffusione della variante inglese che “entro un mese” potrebbe soppiantare il virus conosciuto appena un anno fa in Europa, e non esclude nuove restrizioni.
Ma i presidenti di regione sono sul piede di guerra e stanno avanzando una serie di proposte che oggi il ministro Gelmini presenterà al tavolo del Consiglio. “Abbiamo chiesto al governo un cambio di passo nella gestione dell’epidemia e dalla riunione di questa sera arriva un segnale positivo”, commenta il presidente della Regione Emilia-Romagna, dem Bonaccini. Tra le richieste delle Regioni anche quella di inserire i ministri dell’economia nella sala di controllo politica per avere una contemporaneità tra vincoli e ristoro. Velocità, ma anche adeguata notifica nelle decisioni per evitare quanto avvenuto di recente con gli impianti di risalita. Per questo motivo il follow-up potrebbe avvenire all’inizio della settimana e non il venerdì per ottenere la decisione delle zone troppo vicine al fine settimana.
LA DISTANZA
Il premier Draghi, che il giorno prima ha fatto un giro con i ministri per capire cosa è stato fatto finora, ha intenzione di verificare con Bruxelles il calendario e la quantità di vaccini prima di mettere mano a un nuovo provvedimento. Il primo ministro avrà probabilmente già oggi una conversazione telefonica con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, anche in vista del Consiglio europeo che si terrà a distanza questo fine settimana e che ha in mente la questione della vaccinazione primo punto. “Stiamo andando troppo piano, ma stiamo finendo le dosi”, ha detto Bonaccini, che ieri sera ha messo da parte l’idea di un’Italia tutta arancione. Il documento afferma che “si ritiene essenziale effettuare una revisione dei parametri e la contestuale revisione del sistema zonale in direzione della semplificazione”. Così come si legge la volontà dei presidenti di regione di poter riaprire ristoranti anche dopo le sei di sera nelle regioni che il dilagare della pandemia permette.
“E ‘stato un incontro preparatorio per quello che dovrà essere il nuovo Dpcm che dovrà essere fatto entro il 5 marzo. Personalmente ho chiesto che ci siano linee chiare, parametri chiari, e soprattutto che ci sia un unico riferimento scientifico a livello nazionale “, racconta così Luca Zaia, presidente del Veneto, all’incontro durante il quale ha esplicitamente chiesto la parola al ministro Speranza Comitato tecnico scientifico “con una sola voce” e “preferibilmente con il governo”. Come dire, basta con i virologi del CTS in tv e nei media.
Ultimo aggiornamento: 00:03
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