Anche se è piccolo, la speranza di tornare resiste. Il caso si aggrappa più alla voglia di farlo che a una possibilità concreta, ma supportata da una certezza incrollabile: Christian Eriksen non sarà mai solo. A due passi dall’ospedale Rigshospitalet,dove i medici hanno impiantato un defibrillatore cardiaco, Poco prima della partenza da Danimarca-Belgio, lo stadio Parken canta un evento commovente in suo onore Non camminerai mai da solo. L’applauso dei 25.000 tifosi sale alla finestra della sala del numero 10 danese, all’insegna della curva una commovente rassicurazione: Chris, il paese con te. Avrà bisogno di tutti.
Il giocatore dell’Inter verrà smobilitato venerdì, tornerà a casa qui in Danimarca, protagonista con la sua famiglia, sua moglie Sabrina, i suoi due figli. Il defibrillatore regolerà l’aritmia cardiaca, invece di interrompere la sua carriera. Il futuro da professionista è in bilico, essendo ottimista in pausa. Tra un mese tornerò a Milano, ripeti tutti gli esami ancora una volta. Se il defibrillatore è solo temporaneo e può essere rimosso, ha tutte le possibilità di tornare in campo con la maglia nerazzurra, ma non subito, altrimenti per lui inizierà un’altra storia.
Eriksen, cosa è successo?
Le regole in Italia sono rigide e chiare: con un defibrillatore è possibile praticare solo sport senza rischi traumatici, il calcio no. Si può giocare all’estero, come nel caso di Blind, ex compagno di squadra di Eriksen all’Ajax, e difensore dei Paesi Bassi, in campo ai Campionati Europei. Ha addosso lo stesso dispositivo salvavita e ieri ha affrontato l’Austria. Qui, poiché i medici hanno responsabilità penale, nessuna commissione concederebbe l’ammissibilità a Eriksen. Chissà cosa deciderà, se vorrà tornare indietro o se, dopo il cartellino giallo che gli ha mostrato la sua vita da arbitro spietato, preferirebbe prendere altre decisioni. Ci vorrà tempo per capire come muoversi. L’Inter non ha fretta, nemmeno il giocatore, tutti lo aspettano, lo stop precauzionale è d’obbligo. La dirigenza nerazzurra, l’amministratore delegato Beppe Marotta e il medico del club Piero Volpi, vorrei fargli visita il prima possibile.
Come notaio, la federazione danese ha formalizzato ciò che tutti sapevano, ma non ha voluto sentire: Eriksen ha accettato di farsi inserire un defibrillatore. Il capitano danese Kjaer, eroe nel giorno del crollo del compagno, farà fatica a tirare fuori uno shock che durerà per sempre. La folla allo stadio ha faticato a stare vicino al loro campione infortunato.
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Cori, stelle filanti, i giocatori in campo si sono fermati a 10′ dal primo tempo (10 per il numero di maglia di Eriksen) per regalargli lunghi applausi e standing ovation. Anche la Danimarca ha rischiato di vincere contro il Belgio caduto con onore. Il loro primo gol è stato segnato dal pubblico, senza precedenti, ha detto l’allenatore belga Martinez. Dall’ospedale, Eriksen ha mandato un messaggio nella chat della nazionale danese, per confortare i compagni sconfitti: ti ho guardato, sei stato davvero eccezionale. Come lui, è tornato in vita dopo essere morto e pronto a giocare un’altra partita.
17 giugno 2021 (modificato il 17 giugno 2021 | 23:15)
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