Dobbiamo costruire una “nuova giustizia sociale partendo dal presupposto che La tradizione cristiana non ha mai riconosciuto il diritto alla proprietà privata come assoluto e intoccabile “ e ha sempre piuttosto enfatizzato “la funzione sociale”. Lo dice il Papa in una riflessione rivolta ai giudici in America e Africa che si occupano di diritti sociali. “Il diritto di proprietà è un diritto naturale secondario derivato dal diritto che tutti hannoio, nato dal destino universale dei beni creati “. Per il Papa “non c’è giustizia sociale che possa essere basata sulla disuguaglianza, che implica la concentrazione della ricchezza”.
Per il Papa “siamo abituati a passare, ignorando le situazioni fino a quando non ci toccano direttamente. Al contrario, l’impegno incondizionato sopporta il dolore dell’altro senza scivolare nella cultura dell’indifferenza”. Rivolgendosi a un gruppo di giudici americani e africani riuniti in videoconferenza sul tema dei diritti sociali, il Papa ha sottolineato che è necessario “essere un popolo, senza pretendere di essere un’élite illuminata, ma un popolo , che è costante e instancabile nel lavoro per includere e integrare. “” Nel Vangelo, ciò che Dio ci chiede è di essere il popolo di Dio, non l’élite di Dio. Perché coloro che seguono il percorso dell ‘“élite di Dio” si trova con il noto clericalismo d’élite che lavora per il popolo, ma niente con il popolo, senza sentirsi popolo ”. Il Papa chiede di perseguire i valori della solidarietà e equità. “Solidarietà nella lotta alle cause strutturali di povertà, disuguaglianze, mancanza di lavoro, terra e casa”. “Per lottare, insomma, contro chi nega i diritti sociali e sindacali. Combattere questa cultura che porta all’uso degli altri, a schiavizzare gli altri, e finisce per privare gli altri di dignità. “Fare giustizia significa” rendere “,” non restituire cose nostre o di terzi, ma restituiamo ciò che Appartiene a loro, abbiamo più volte perso l’idea di restituire ciò che è loro ”, ha concluso il Papa.
Papa Francesco invita i giudici a fare una “poesia” dalle loro sentenze. In un videomessaggio rivolto ai partecipanti alla Conferenza internazionale dei giudici membri dei Comitati per i diritti sociali dell’Africa e dell’America, il Papa ha sottolineato: “Il poeta deve contemplare, pensare, comprendere la musica della realtà e catturare con le parole decisione, in ogni frase ci si trova di fronte alla felice possibilità di fare una poesia: una poesia che guarisce le ferite dei poveri, che integra il pianeta, che protegge la madre terra e tutti i suoi discendenti. Una poesia chi ripara, redime, nutre “. “Giudice, non rinunciare a questa possibilità”, è l’appello del Papa. “Sii consapevole che tutto ciò che puoi aiutare con la tua rettitudine e il tuo impegno è molto importante. E ricorda sempre che quando la giustizia è veramente giusta” può contribuire alla felicità e alla dignità di un popolo. “Nessuna sentenza può essere giusta, né alcuna legge se ciò che producono è maggiore disuguaglianza, se ciò che producono è maggiore perdita di diritti, umiliazione o violenza”, ha concluso Papa Francesco.
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