Per molti ma non per tutti

PLUG-IN IBRIDO NEL FLAP – Il plug-in ibride, cioè le vetture dotate di motori termici ed elettrici alimentati da batterie esterne ricaricabili, sono sulla cresta dell’onda e ormai tutte le case automobilistiche propongono almeno un modello con questo tipo di alimentazione. Inoltre, ottengono forti incentivi all’acquisto, che compensano i prezzi di listino medi più elevati, e i produttori li promuovono con annunci pubblicitari massicci. È logico che molti automobilisti si chiedano, in questo momento, se vale la pena acquistare o non un’auto ibrida plug-in. Analizziamo i vantaggi e gli svantaggi di questa scelta, per determinare quale sia adatta o meno.

L’AUTONOMIA NELLA MODALITÀ ELETTRICA È BASTA? – Sì quasi per tutti, infatti gli ultimi ibridi plug-in arrivano a viaggiare ca. 50 km di distanza (o un po ‘di più) con la semplice pressione di solo motore elettrico. Un valore che potrebbe essere più che sufficiente per la maggior parte degli automobilisti per coprire una giornata normale senza consumare un litro di benzina. Secondo le statistiche, infatti, gli spostamenti medi giornalieri non superano i 25-30 km.

SE NON POSSO RICARICARE A CASA, SONO D’ACCORDO? – No, in effetti le auto ibride plug-in lo sono generalmente auto piuttosto pesanti per la presenza di batterie, motori elettrici (spesso ce ne sono diversi) e parti accessorie (inverter, centraline, ecc.) oltre al motore termico. La Jeep Compass, ad esempio, passa dai 1615 kg del 2.0 Multijet 4WD (ora fuori listino) ai 1860 kg della versione ibrida 1.3 Turbo PHEV. Se la batteria non è caricata con il suo peso, quello del motore elettrico e delle parti accessorie sono zavorrate e quindi se non è possibile ricaricarla a casa o al lavoro, l’ibrido ricaricabile non vale la pena. Ricaricarlo utilizzando solo il motore a combustione interna, che è possibile impostando la modalità di guida corretta per la maggior parte delle auto, sarebbe infatti aumentare i consumi carburante.

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PER QUANTO TEMPO AMORTIZO IL PREZZO ALTO? – Anche in questo caso il tempo dipende dal tipo di utilizzo, in quanto la massima economia si otterrebbe mantenendo la batteria sempre ben carica e utilizzando l’auto in ambito urbano, che offre la massima possibilità di rigenerazione durante la frenata. Facciamo un rapido calcolo, confrontando le versioni “normale” e ibrida plug-in di Mercedes Classe A e Jeep Renegade (rispettivamente terza e quarta nella classifica delle vendite di questa tipologia di vetture a novembre 2020), scegliendo versioni di potenza paragonabile e basate su dati forniti dai produttori. Si precisa che i seguenti calcoli servono solo a dare un’idea generale, infatti non tengono conto del prezzo dell’energia elettrica (molto variabile), degli incentivi, della differenza di ammortamento e dei costi di manutenzione, assicurazione e bollo.

Quindi prendiamolo Mercedes Classe A nella versione ibrida, il 250 EQ-Power (262 CV, 1,4 litri / 100 km e 43.110 euro), davanti al A250 benzina nella versione Business (224 CV, consumo ciclo combinato 5,9 litri / 100 km, 39.570 euro). Pensa a un chilometraggio di 10.000 km / anno e benzina a 1,4 euro / litro: con il primo spenderesti 826 euro mentre il plug-in si accontenterebbe di 196 euro. Il risparmio annuo di 630 euro chiuderebbe la differenza di prezzo di 3.540 euro in 5,62 anni.

Per il Jeep rinnegata abbiamo scelto la versione Limited selezionando l’ibrida 1.3 Turbo PHEV (190 CV, 1,9 litri / 100 km, 34.257 euro prenotandolo online) e il 1.3 GSE T4 AT9 con il solo motore a benzina (180 CV, 7 litri / 100 km e 27.718 euro). Per percorrere 10.000 km, l’ibrida consumerà 266 euro di benzina e la versione convenzionale 980 euro, ovvero un risparmio di 714 euro / anno. la differenza di prezzo maggiore, di 6.539 euro, porta a un punto di pareggio di 9,16 anni.

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QUANTO COSTA INSTALLARE UNA SCATOLA A MURO IN CASA? – Il ricarica domestica può avere costi quasi nulli se si dispone di un impianto fotovoltaico ma qualunque sia la fonte di alimentazione sarebbe meglio utilizzarne uno scatola a muro che dà più potenza e sicurezza. Vi ricordiamo che sono previsti incentivi fiscali anche per i wall box (chi per saperne di più) che, da parte loro, hanno prezzi e poteri diversi. I costi della BMW, ad esempio 1.200 euro ma può funzionare a 22 kW in trifase; stesso prezzo e caratteristiche per il Juicebox Enel X. I caricabatterie Volkswagen ID erogano fino a 11 kW e partono da 399 €. Esistono wall box molto costosi che offrono una gestione energetica intelligente e da remoto e vi ricordiamo che negli incentivi è compreso anche il costo del montaggio.

QUANTO COSTA LA CARICA? – Come abbiamo visto chi, il costo di addebito di batterie è molto variabile: il kWh può costare quasi zero (in caso di ricarica con il proprio impianto fotovoltaico) fino a 50-80 cent / kWh di colonnine pubbliche ad alto flusso. In ogni caso, gli ibridi plug-in non hanno batterie enormi e quindi la ricarica è veloce e poco costosa: per un pacco da 10 kWh si va dai circa 2 euro di casa agli 8 euro a colonna. banda larga pubblica.

GLI IBRIDI PLUG-IN SONO AFFIDABILI? – È troppo presto per rispondere perché gli ibridi plug-in sono relativamente recenti e quindi mancano le statistiche sull’affidabilità a medio termine. Certamente, la maggiore complessità dovuta alla presenza di tanti componenti aggiuntivi rispetto ad un’auto con il solo motore a combustione interna non funziona a loro vantaggio. Quindi il consiglio è di acquistare garanzie aggiuntive che coprono un periodo superiore ai due anni previsti dalla legge, se questo non è già previsto dal costruttore, assicurandosi che nelle clausole rientrino anche componenti quali la batteria, l’inverter e l’elettronica di potenza.

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