Dal sogno di conquistare casa Pizarro e diventare presidente del Perù al rischio concreto di finire dietro le sbarre. Questo è quello che sta vivendo il candidato della destra peruviana Keiko Fujimori, capo di forza popolare, che non solo comincia a perdere il voto ma anche a perdere la libertà vigilata. Se domenica vota 6 giugno per le elezioni presidenziali si prepara la definizione ufficiale con la vittoria di il socialista Pedro Castillo, spetta alla parte giudiziaria riferire la figlia dell’ex dittatore Alberto Fujimori alla dura realtà. il Il procuratore peruviano José Domingo Pérez chiesto di revocare l’ordinanza di prova per Keiko Fujimori e per emettere un ordine per custodia cautelare in carcere. La ragione? La violazione di determinati obblighi di condotta nell’ambito di un’indagine che il leader populista di destra di 46 anni accusati di reati che vanno dal riciclaggio di denaro all’associazione a delinquere, compresa la contraffazione e l’ostacolo alla giustizia.
In particolare, la procura peruviana accusa il signora K comunicare con uno dei testimoni legati alle indagini, nell’ambito di Processo Odebrecht. La richiesta del pubblico ministero, avanzata mentre lo scrutinio delle schede è nella fase finale con la rivalutazione di alcune schede impugnate, si riferisce alla presentazione di Immagine segnaposto Miguel Torres, membro di Fuerza Popular e testimone dell’inchiesta, in qualità di avvocato del partito. Mercoledì 9 giugno Torres ha accompagnato Keiko Fujimori alla conferenza stampa durante la quale il candidato ha annunciato la richiesta di cancellazione 802 seggi elettorali (circa 200mila carte), al grido di presunte “truffe”. Frode di cui non ha fornito prove, anzi: diversi osservatori internazionali, oltre al tribunale elettorale nazionale, hanno smentito le denunce di irregolarità lanciate dal leader di destra, ormai sempre più dietro l’angolo. “Una richiesta assurda”, è stata la reazione di Keiko Fujimori alla procura, secondo la quale il pm Perezvuole “continuare ad essere protagonista di questa campagna elettorale”.
L’incontro con l’avvocato Torres è stato però proibito dal regime semiliberista, poiché ha richiesto all’accusa una condanna a 30 anni e 10 mesi. Fujimori era stato arrestato due volte tra il 2018 e il 2020 con l’accusa di aver ricevuto finanziamento illecito della società di costruzioni brasiliana Odebrecht per la sua campagna elettorale 2011 e i contributi degli imprenditori peruviani non solo per la campagna 2011 ma anche per la campagna 2016 (entrambi persi alle urne). Ora, le accuse riguardano associazione per delinquere, riciclaggio di denaro, falso e intralcio alla giustizia. Un’accusa presentata con oltre 13.000 pagine dal pm Pérez, non solo contro Fujimori, 46 anni, ma anche contro altri membri del suo partito, di cui l’accusa ha chiesto lo scioglimento. Gratuito su caparra da maggio 2020, la figlia dell’ex dittatore ha affrontato la campagna elettorale chiedendo permessi speciali per muoversi all’interno del Perù e senza poter lasciare il Paese.
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