Premier League e Liga: niente nazionale per i giocatori dei paesi in “lista rossa”

La decisione dei club inglesi e spagnoli coinvolge più di 80 giocatori tra cui l’argentino Romero, il brasiliano Alisson e l’egiziano Salah

Da Romero a Salah, ad Alisson: i giocatori dei Paesi in “lista rossa” non parteciperanno agli impegni di settembre con le rispettive Nazionali. Lo hanno annunciato i club della Premier League “a malincuore ma all’unanimità”: questa disposizione si applicherà a quasi 60 giocatori provenienti da 19 club inglesi. Tra i Paesi della “lista rossa” ci sono anche Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Egitto, Messico, Turchia e Uruguay.

SPIEGAZIONE

“La quarantena al rientro da questi Paesi, infatti, non influenzerebbe solo il benessere e la forma fisica dei giocatori – si legge nella nota sul sito ufficiale della Premier League – ma avrebbe un impatto significativo sulla stagione, perché i giocatori non sono stati in grado di di fare due turni di Premier League, uno nelle competizioni europee e uno in Coppa di Lega. Questo periodo tiene conto di dieci giorni di quarantena alberghiera al rientro in Inghilterra, ma non include il tempo supplementare necessario ai giocatori per rimettersi in forma”. I club Premier hanno sempre assecondato il desiderio dei propri giocatori di rappresentare il proprio Paese: è motivo di orgoglio per tutti – spiega Richard Masters, amministratore delegato di Premier -. Tuttavia, siamo arrivati, a malincuore ma giustamente, alla conclusione che sarebbe essere totalmente irragionevole rilasciare giocatori in queste nuove circostanze”.

ANCHE LA LIGA

Sulla stessa linea anche la Liga spagnola. “La Liga sosterrà in tutti i campi la decisione dei club spagnoli di non rilasciare i nazionali per la convocazione del Conmebol – si legge in una nota informativa della Liga spagnola – e avvierà gli opportuni procedimenti legali contro questa decisione che lede l’integrità del concorrenza. “I giocatori della Liga interessati sono 25 provenienti da 13 club diversi (ma potrebbero aumentare visto che Ecuador e Venezuela devono ancora emettere la convocazione).

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