prima del ritiro dall’Afghanistan entro il 31 agosto – Corriere.it

di Marilisa Palumbo, inviata a New York

La Casa Bianca accetta le condizioni dei talebani ma chiede al Pentagono un piano di emergenza. Il presidente ha preso la parola dopo cinque ore di rinvio e ha ringraziato gli alleati del G7, che non hanno avuto voce in capitolo. Ora ricostruiamo insieme un sistema di rifugiati

lo ha fatto aspettare cinque ore. E anche se la conferenza stampa era stata convocata informare il Paese delle evacuazioni da Kabul e dei risultati del G7Joe Biden ha esordito parlando di politica interna, celebrando l’accordo tra i Democratici per il passaggio del budget da 3,5 miliardi di dollari. Sa cosa interessa agli elettori, e sa anche che prima smettiamo di parlare della crisi afghana, meglio è per lui. Infatti è intervenuto per qualche minuto e non ha risposto ad alcuna domanda dei giornalisti.

Il presidente degli Stati Uniti ha spiegato che la data fissata per il ritiro, 31 agosto, non verrà spostato. Quindi sette giorni per uscire dall’Afghanistan tutti gli americani che sono ancora afghani in possesso di visto o chi ha avviato la domanda. Probabilmente un’impresa impossibile.

Biden ha annunciato la sua decisione rivolgendosi prima alla sVertice virtuale del G7 martedì pomeriggio, che durò meno di un’ora. Il primo ministro britannico Boris Johnson, che lo convocò nella speranza di far cambiare idea al suo alleato americano, ha dovuto ammettere la sconfitta: Continueremo fino all’ultimo momento, ma avete sentito quello che ha detto il presidente degli Stati Uniti, avete sentito quello che hanno detto i talebani. Biden ha parlato del pericolo crescente di restare e definire il rischio di un attacco terroristico è molto alto. Ci arriveremo entro il 31 agosto – ha detto dal podio della Casa Bianca – ogni giorno più aumenta il rischio di attacchi di Isis-k. I talebani, dopo aver avvertito che non avrebbero accettato un’estensione della presenza americana, hanno annunciato di aver bloccato l’arrivo degli afgani all’aeroporto: qui abbiamo bisogno di loro, dicono.

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Ma la partita resterà chiusa solo per poche ore, anche perché la pressione continua per qualche giorno la forza degli Stati Uniti resta anche da parte del Congresso: ieri si è svolto un incontro a porte chiuse tra i rappresentanti democratici e repubblicani, il segretario alla Difesa, il segretario di Stato e il capo di stato maggiore. È lo stesso Biden ha detto in serata che il rispetto della scadenza dipende dalla cooperazione dei talebani.. Presidente ha poi chiesto al Pentagono e al Dipartimento di Stato di studiare un piano di emergenza Nel caso in cui si rendesse conto che c’è la necessità di posticipare la chiusura della missione, anche solo di poco, finirà, ha detto agli alleati, a seconda del raggiungimento degli obiettivi americani.

Nel suo Il capo della CIA, uno dei migliori diplomatici americani, William Burns, fa una rapida visita a Kabul ha con ogni probabilità testato se c’è la possibilità di far uscire qualcuno dal paese anche dopo che l’ultimo esercito americano se ne è andato (ce ne sono circa 6.000 ora). I talebani potrebbero sorpassare gli americani rimasti indietro (si dice che se ne siano andati finora circa 4.600, quasi il doppio), ma che dire delle decine di migliaia di afgani che avrebbero il diritto di essere accolti negli Stati Uniti-Stati Uniti?

Intanto il ritmo delle evacuazioni è frenetico, ieri il Pentagono ha riferito che un volo – americano o alleato – parte ogni 45 minuti. Solo tra martedì e ieri mattina sono state trasportate circa 21.600 persone, battendo il record del giorno prima. Biden ha fatto i conti: più di 70.000 persone hanno lasciato il Paese dal 14 agosto. Il presidente ha ringraziato gli alleati per uno sforzo globale senza precedenti. E parlato di un obbligo collettivo di aiutare i rifugiati. Saremo leader in questo settore, ha detto, ma ha sottolineato la necessità della cooperazione di tutti per riportare a casa gli afgani che hanno lavorato per loro. Il presidente ha poi spiegato di aver concordato con gli alleati di provare ricostruire un sistema di rifugiati che è stato deliberatamente distrutto dal mio predecessore.

Nel frattempo arrivano dettagli drammatici della situazione alla base di transito di Doha, dove vengono arrestati migliaia di sfollati afgani. Feci, urina e vomito sul pavimento, le stanze infestate dai topi: uno scenario infernale secondo un funzionario del Comando centrale degli Stati Uniti che ha scritto ai colleghi del Dipartimento di Stato e del Pentagono.

L’atmosfera alla riunione virtuale del G7 era ben diversa da quella cordiale e quasi festosa della riunione della Cornovaglia, dove si è celebrato il ritorno dell’alleato degli Stati Uniti dopo gli anni difficili di Trump. Gli europei non hanno avuto voce in capitolo sulle ultime decisioni di Washington, ma va anche detto che l’Afghanistan era ormai fuori dalla portata di tutti: nel comunicato finale del vertice di giugno, il dossier era al numero 57 su 70 punti. Ieri i 7 si sono impegnati ad aiutare le Nazioni Unite a coordinare gli aiuti umanitari nella regione. Quanto alla possibilità di riconoscere un governo talebano, dipende, secondo il comunicato finale, dal rispetto degli obblighi internazionali e dall’impegno a garantire un Afghanistan stabile, che non torni ad essere un paradiso per i terroristi e rispetti i diritti umani, soprattutto quelli di donne. Nessuno li giudicherà con le parole, solo con le azioni: questo, dice Biden, l’accordo tra gli alleati.

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24 agosto 2021 (modificato il 24 agosto 2021 | 23:52)

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