TORINO. “Se in 2031 Marte sarà abitato da esseri umani, noi saremo lassù con le nostre tecnologie ”. Lorenzo Feruglio, fondatore di AIKO, guarda al futuro con ambizione. Nonostante sia nata solo nel 2017, la start up è una realtà già consolidata: ha raccolto quattro milioni di euro e alla fine del 2020 ha firmato un prestito con il fondo Primo Space per un valore di un milione e mezzo. Anche l’ESA, l’agenzia spaziale europea, che ha già firmato un contratto, ha puntato gli occhi su AIKO. “Abbiamo 15 dipendenti, ma prevediamo di raggiungere i 27 entro la fine dell’anno”, afferma l’ingegnere 34enne.
Tutto è iniziato al Politecnico, durante il dottorato in ingegneria aerospaziale. La tesi di Lorenzo e di un compagno di studi, Loris Franchi, si concentra sull’uso dell’intelligenza artificiale per migliorare le missioni nello spazio. Nel 2017 questa idea ha fatto decollare la start up, quando la coppia è entrata a far parte di Giorgio Albano, che si occupa della parte legale. La crescita è esponenziale: nel 2018 arrivano i finanziamenti dalla Commissione Europea e l’anno successivo ci sono le prime assunzioni. L’ambizione, per i ragazzi dell’AIKO (la media è inferiore ai 30 anni), non manca: “L’obiettivo è diventare leader nell’applicazione dell’intelligenza artificiale nel settore spaziale”, specifica Feruglio. Oggi la loro tecnologia viene utilizzata su satelliti che, grazie allo sviluppo di calcoli molto complessi, possono eseguire operazioni in autonomia utilizzando strumenti di bordo (come le telecamere) senza richiedere decisioni prese a terra. In questo modo si ha un notevole risparmio di tempo e si evitano ritardi nelle comunicazioni Terra-Spazio.
Ma AIKO sta già guardando oltre, verso missioni spaziali fuori dall’orbita terrestre. “Potremmo fornire un aiuto inestimabile agli astronauti, ad esempio nel monitoraggio di parametri vitali – spiega Feruglio – Immagina l’ecosistema di Marte tra dieci anni. Potrebbero esserci colonie umane, rover, infrastrutture automatizzate e altro: le nostre tecnologie diventerebbero assistenti virtuali per far coesistere tutti questi elementi.IO”.
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