Quello del 2018 Dio della guerra riceverà un seguito questa settimana che è sostanzialmente lo stesso. È un gioco sulle battaglie tra divinità, ma soprattutto sulla relazione tesa tra un padre e suo figlio adolescente.
Per anni lo è stato Dio della guerra la grande serie di giochi d’azione di PlayStation. Lo Spartan Kratos ha combattuto per superare tutti gli dei del Monte Olimpo e alla fine è diventato lui stesso il Dio della Guerra. Erano titoli di popcorn: i combattimenti di Kratos erano molto amplificati, con tanto sangue, adrenalina e sesso folle qua e là.
Ciò è cambiato quando nel 2018 è uscito un sequel, intitolato semplicemente Dio della guerraè stato rilasciato su PlayStation 4. In questo gioco, un Kratos più calmo e premuroso si era stabilito nel mondo divino scandinavo Midgaard.
Il sanguinario Kratos era diventato padre e stava combattendo una battaglia su scala molto più piccola: la vita di un padre single. Ha cercato di salvare suo figlio dalla rabbia che provava una volta, mentre lottava per dare un senso al suo passato in tempo di guerra.
Battaglia tra padre e adolescente
Nuovo Ragnarok, dio della guerra si basa direttamente su quello. Il figlio di Kratos, Atreus, è ora un adolescente e sta appena iniziando a mostrare il comportamento impulsivo che il padre riconosce dalla propria infanzia. Questo avvicina un po’ di più la peggiore paura di Kratos: che suo figlio diventi lo stesso giovane guerriero che ha ucciso l’Olimpo nei primi giochi. Ma Kratos lotta per esprimere adeguatamente le sue preoccupazioni a suo figlio.
Nel frattempo, un nuovo male incombe: il dio nordico Odino invade la casa di Kratos e Atreus, innescando una battaglia che continua per tutto il gioco, ma questo grande spettacolo mitico imperversa sullo sfondo, mentre il rapporto tra Kratos e Atreus è centrale.
È una storia intima, personale. Come in molti giochi moderni, è tutto dentro Dio della guerra interpretato da attori in costumi speciali. In questo caso, il risultato è un gioco che sembra un buon film o una serie TV.
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Nel cuore come nel 2018
Tecnicamente, non è cambiato molto dal 2018. Kratos gioca ancora in gran parte come nel gioco precedente e fa a pezzi i nemici con, tra le altre cose, un’ascia. Sebbene ci siano poche novità nel sistema di combattimento, quattro anni dopo è ancora eccellente. Il combattimento è emozionante e richiede la massima concentrazione. Premendo i pulsanti alla cieca raramente si paga e il profitto è sempre guadagnato.
Tra una battaglia e l’altra, esplora le mitiche terre scandinave camminando, saltando e risolvendo enigmi. Anche se in seguito potrai esplorare il mondo di gioco un po’ più liberamente, per la maggior parte del tuo tempo percorrerai un ampio percorso lineare.
Enigmi a volte frustranti e a volte fantastici
I puzzle che troverai sono attraenti al tatto. Ma se non sai cosa fare, portano rapidamente alla frustrazione. I creatori vogliono che tu risolva tutto in un modo specifico, e se non l’hai capito in quel modo, è come sbattere contro un muro di mattoni.
Ma se sei sulla stessa pagina dei game designer, questi enigmi spesso si rivelano eccellenti. Si ha poi l’impressione di scoprire un grande mistero in un tempio tratto da un film di Indiana Jones. Poiché il gioco segue un percorso lineare, quasi tutti i puzzle sono anche unici, impedendo alla noia di insediarsi.
Conclusione
Ragnarok, dio della guerra è più di quello che abbiamo visto nel 2018 a Dio della guerra. Il fatto che questo sequel sia anche emozionante e avvincente mostra che il gioco precedente del 2018 era in anticipo sui tempi.
Proprio come racconta il predecessore Ragnarok una storia schietta, questa volta su come il rapporto tra genitore e figlio sia messo sotto pressione durante la pubertà. È straordinario che giochi d’azione come questo, noti da tempo per la loro violenza esagerata, possano dipingere un ritratto così intimo.
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