«Rendi di nuovo grande l'America, di nuovo»

«Rendi di nuovo grande l’America, di nuovo»

La terza serata della convention del Partito Repubblicano ha avuto due messaggi molto chiari, anche se controversi: il primo è che il presidente Donald Trump è responsabile di tutto ciò che funziona nel paese ma non di ciò che non funziona; la seconda è che in queste elezioni bisogna scegliere, per usare le parole di uno degli oratori, “tra l’estrema sinistra socialista dei Democratici e la protezione del sogno americano”.

Questi sono i due messaggi a cui si aggrappano il Partito Repubblicano e Donald Trump per cercare di sopperire allo svantaggio che ora li separa da Joe Biden, ma sono entrambi complessi da vendere alla maggioranza degli americani. Nel primo caso, infatti, la necessità di esonerare il presidente Trump da responsabilità per quanto accaduto in America negli ultimi tre anni e fino a questi giorni richiede spesso un esercizio di rimozione della realtà che si è visto anche nella terza sera del convegno. : si è parlato pochissimo dell’epidemia di coronavirus – l’unica cosa che ha sconvolto di più la vita degli americani – e solo in passato, come se fosse finita, e solo per lodare il lavoro di Trump; si è parlato di proteste contro il razzismo solo per condannare gli scontri e il teppismo.

“Non sarai al sicuro nell’America di Joe Biden”, ha detto nel suo discorso il vicepresidente Mike Pence: ma anche se vuoi limitare la lettura delle proteste degli ultimi mesi a scontri e teppismo, queste sono tutte cose che stanno accadendo a Donald L’America di Trump; che oggi si sente in pericolo, si sente in pericolo nell’America di Donald Trump. Con una mossa che è sia una conseguenza di questa situazione che un modo per superarla, Mike Pence ha concluso il suo discorso pronunciando un nuovo slogan: “Make America great again, again” (“Make America great again, again. New”) . Lo slogan riprende quello rivendicato del 2016, quando però i repubblicani erano all’opposizione da otto anni.

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In un altro passaggio molto commentato, Pence sembrava rivolgersi agli elettori conservatori che sono d’accordo con le idee dell’amministrazione ma sono infastiditi o stanchi della retorica divisiva del presidente Trump, dei tweet, dell’aggressività e del suo comportamento. “Il presidente Trump fa le cose a modo suo, certo. E se ha un’opinione non può mantenerla. Lo rende decisamente più interessante “, ha detto con un sorriso. “Ma giudicalo dai fatti e dalle azioni.”

Il discorso di Mike Pence – pronunciato davanti a un paio di centinaia di persone, senza maschere e senza distanze fisiche – è stato anche l’unico a menzionare di sfuggita le due grandi crisi che stanno colpendo gli Stati Uniti in questi giorni, oltre alla pandemia. e il crollo dell’economia: gli eventi a Kenosha, Wisconsin, dove un diciassettenne di estrema destra ha ucciso due manifestanti antirazzisti, durante le proteste per l’ennesimo ferimento di un uomo afroamericano disarmato da parte della polizia (Pence si limita a ricordare il sostegno di Trump alle forze dell’ordine) e il fortissimo uragano Laura che ha appena colpito Louisiana, Texas e Mississippi.

Tutti gli altri discorsi non ne hanno fatto cenno, anche perché sono stati tutti registrati: sebbene Trump abbia criticato la convention democratica per aver alternato segmenti in diretta con altri registrati in anticipo, la terza sera della convention dei repubblicani è stata interamente registrata, tranne il discorso di Pence.

Durante gli altri interventi della serata, i vari oratori hanno descritto Trump come un presidente determinato ed efficiente, e soprattutto hanno insistito molto sulla vicinanza di Trump ad alcune fasce ben precise della popolazione con cui il presidente è oggi molto in difficoltà: le donne, e minoranze etniche. Diverse donne si sono alternate sul palco descrivendo un presidente sensibile, affettuoso, empatico e antisessista: ad esempio, quella della sua più importante consigliera, Kellyanne Conway, vicino a lasciare la Casa Bianca.

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Ha parlato anche Clarence Henderson, uno dei pochissimi (forse l’unico) attivista per i diritti degli afroamericani nel movimento repubblicano degli anni ’60 che ha sostenuto i repubblicani da Bush, che ha votato due volte contro Obama e ora è con Trump. Henderson ha ricordato che è stato il Partito Repubblicano ad abolire la schiavitù nella seconda metà del diciannovesimo secolo.

Mentre c’era una totale mancanza di interventi e discorsi sui piani per un possibile secondo mandato di Trump – per la prima volta nella sua storia il Partito Repubblicano ha deciso di non approvare un programma politico: il programma è rieleggere il presidente – altri hanno insistito molto sui rischi di un’eventuale elezione di Joe Biden. La senatrice Marsha Blackburn ha affermato che “i democratici vogliono chiudere le chiese, mantenere aperti i negozi di alcolici e le cliniche per aborti, farti dipendere dal governo per tutto, come nella Cina comunista”. Il senatore Joni Enrst ha detto che Joe Biden metterà fuori legge automobili e bestiame.

Il discorso più trumpista di tutti, però, è stato pronunciato da Richard Grenell, una figura molto controversa nell’orbita dell’amministrazione. Grande sostenitore di Trump dal tono molto aggressivo – spesso paragonato a un “troll”, i provocatori dei social network – è stato scelto come ambasciatore in Germania, dove ha creato un certo clamore, e poi come capo ad interim dell’intelligence nazionale, quando ha fatto promotore della teoria del complotto infondata conosciuta come “Obamagate”. Grenell ha affrontato un potente discorso ideologico soprattutto nel campo delle relazioni internazionali: un rifiuto della globalizzazione e del cosmopolitismo per scegliere un approccio nazionalista e isolazionista.

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La convention del Partito Repubblicano terminerà giovedì sera – venerdì mattina in Italia – con l’ultima sera, quando parlerà il presidente Trump. Non è ancora chiaro, però, se e come l’uragano Laura modificherà i programmi: in passato è accaduto che i lavori dei convegni fossero sospesi per gravi emergenze, e la Casa Bianca ha fatto sapere che sta valutando il situazione.

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