Il rinnovo di Gigio Donnarumma, così come quello di Hakan Calhanoglu, sarà affrontato dal Milan dopo la chiusura del mercato. E questa non è più una notizia, ma un dato di fatto. Ma quello che è emerso in queste settimane è il tipo di strategia che Mino Raiola vuole adottare per sedersi al tavolo con la dirigenza rossonera per negoziare la permanenza del suo cliente. Partiamo da una premessa fondamentale: Donnarumma ha ribadito al suo agente, al punto da annoiarsi, la sua voglia di restare in rossonero e di non voler rompere con la società che lo ha reso grande. Mino, che sa che spostare Gigio a zero significherebbe per lui un mega incarico a livello di commissione, ne ha preso atto e cercherà di accontentarlo a tutti i costi, ma senza abbassare i pantaloni. Non sarebbe lui, non sarebbe uno dei migliori agenti del mondo. La trattativa si svolgerà e dovrà essere svolta nella massima riservatezza, dove l’intero universo di Donnarumma dovrà cadere nel silenzio complottista fino a quando non ci sarà la fumata finale. Solo da ottobre sapremo se sarà rossonero o nero, ma sicuramente ci sarà bisogno – da parte di società e padroni di casa – di uno sforzo significativo. Alla Ibrahimovic, o forse anche di poco superiore. La cifra di 10 milioni circolanti è quasi una provocazione di Mino, che conosce il mercato e ha dato la parola al suo cliente di fare tutto il possibile per accontentarlo. Quindi se tre anni fa ci sono state anche le interferenze esterne, questa volta Raiola vuole libertà d’azione sapendo benissimo qual è il desiderio di Gigio, ovvero restare con il Milan 99 sulle spalle.
In questa fase del mercato, l’azienda è principalmente impegnata nelle uscite. L’arrivo di Tatarusanu ha colmato un vuoto strutturale nel reparto portieri, ma Maldini e Massara – sotto la supervisione collaborativa di Gazidis – stanno valutando le dismissioni. Ma per farli bene, i numeri devono corrispondere. Questo è il motivo per cui Lucas Paqueta non può essere venduto per meno di 23 milioni di euro per realizzare una piccola plusvalenza e anche perché la possibile vendita di Krunic a Friburgo è più in linea con il sistema economico di Elliott applicato a Milano. Se i rossoneri accettassero l’offerta di 8 milioni di tedeschi, genererebbero una plusvalenza di 1,6 milioni di dollari, cosa però non possibile con i giocatori arrivati sotto la guida di Fassone-Mirabelli e che sono andato. Si sono infatti deprezzate all’interno di un Milan non competitivo e che, alla genesi del tutto, sono state portate a prezzi che hanno generato un forte deprezzamento annuo, rendendo difficile venderle alle cifre necessarie per Bilancio Milan. Inoltre, il problema degli stipendi pagati negli anni precedenti: Biglia viene pesato per 5 milioni lordi annui per 3 anni oltre ai 19,7 pagati alla Lazio. Reina aveva un contratto di 6 milioni lordi, Strinic un 4. Questi sono solo esempi di ciò con cui questa gestione e questa proprietà sono alle prese oggi. Il tutto sempre con il colletto del FFP in cui tornare.
La complessa trattativa che ha portato Ante Rebic a diventare a pieno titolo un giocatore del Milan e André Silva a prendere la strada opposta, diventando di proprietà dell’Eintracht Francoforte, continua a nascondere i suoi dettagli dietro un muro di silenzio innaturale per il mondo. del calciomercato moderno. , i due club hanno deciso di nascondere – secondo il comunicato tedesco – le cifre dell’accordo. La premessa è ineludibile, perché ad oggi esistono due scenari plausibili, nessuno dei quali smentito dalle parti. La prima è quella di una svalutazione della carta di André Silva portata a 9 milioni con quella di Rebic stimata in meno di un milione. Il secondo, che si è rafforzato nelle ultime ore, è legato a due dettagli. I 9 milioni che l’Eintracht pagherà al Milan sarebbero il primo di due pagamenti di pari valore che porterebbero così il valore di André Silva a 18 milioni, mentre quello di Rebic sarebbe un po ‘più basso che permetterebbe ai tedeschi di guadagnare meno. argento. alla Fiorentina che rivendica il 50% della plusvalenza eccedente l’importo dell’acquisto pagato dall’Eintracht alla Viola in occasione dell’acquisizione di Ante. Per questo, dopo un primo segnale di normale e comprensibile nervosismo a Firenze, sembra che il barometro si sia riadattato. Difficile pensare che il Milan possa danneggiare il rapporto con una società con la quale, fino a poche settimane fa, si cercava di mettere in piedi operazioni di mercato come quella di Milenkovic e Pezzella, senza contare Chiesa.
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