Ripresa, verso l’accordo sulla proroga del Superbonus fino al 2023. Di Maio: “I fondi in una futura disposizione”. Ma il CDM sta ancora scivolando: confronto con l’UE sulle riforme

Dopo ore di tensione, la via per raggiungere un accordo politico sul Piano di recupero di 221,5 miliardi tra risorse europee e nazionali. Ma nel frattempo sono ovviamente apparsi altri problemi: il cdm sul Piano di recupero e resilienza, rinviato prima dal venerdì al sabato mattina non è ancora iniziato in quanto sono in corso interlocuzioni con i tecnici di Bruxelles per definire altri aspetti del piano, in particolare su riforme chi dovrà sostenerlo e il tempo per metterlo in atto: secondo LaPresse la Commissione ha considerato “inadeguatoAlcune parti. Secondo i progetti, le riforme che accompagneranno gli investimenti del piano saranno quelle del giustizia e di pubblica amministrazione, misure di semplificazione e promozione della concorrenza e misure di “accompagnamento”: razionalizzazione collettore e il rafforzamento di ammortizzatori sociale. Fonti del Tesoro riferiscono che il problema più doloroso è quello della riforma fiscale.

La soluzione politica, come detto, sembra vicina. il Movimento a 5 stelle, creatore di Superbonus 100% per lavori di efficienza energetica, e Vai in Italia, che sostiene la misura in termini di ripresa economica, chiederà al Il premier Mario Draghi impegnarsi ufficialmente inserire l’estensione fino al 2023 poi Diritto finanziario o in larga misura. “Come ha detto il ministro dell’Economia Daniele Franco, Poi le misure Sarò assegnato fondi», Scrive su Facebook il ministro degli Affari esteri Luigi Di Maio ricordati che le risorse attualmente disponibili, invariate rispetto a quelle previste nell’ultima versione del piano redatto dall’art Conte governo, ammontano a 18 miliardi di cui 10 da fondi europei e 8 nazionali. L’estensione al 2023 lo richiede altri 10.

La mattina era il ministro Maria stella gelmini da segnalare che il suo collega Franco gli aveva dato “rassicurazione” sull’intenzione di valutare nel corso dell’anno le risorse realmente necessarie per la proroga, sulla base del successo della misura attualmente in vigore fino alla fine del 2022, quindi assegnali alla manovra. È possibile che le due forze di maggioranza chiederanno a Draghi di dedicare un passaggio nell’emiciclo – nell’informazione che si terrà lunedì e martedì – proprio a questo, offrendo comfort sull’estensione. Le 5 stelle vogliono un “segnale inequivocabile“Dal Presidente del Consiglio:” Lo chiederà la delegazione del Movimento 5 Stelle al MDP garantisce nero su bianco in modo che nelle prossime misure economiche sarà prorogato fino al 2023 ”, scrive in una nota la delegazione del M5S al governo, composta dai ministri Di Maio, Stefano Patuanelli, Federico D’Incà e Fabiana Dadone. All’inizio del pomeriggio ha fatto sentire la sua voce anche il Pd: il capogruppo alla Commissione Bilancio del Senato, Daniele Manca, ha scritto che “sarebbe importante che il governo, nella predisposizione dei provvedimenti del PNR, trovasse, nelle forme e con le modalità che ritiene più opportune, le risorse per estenderlo”. È intervenuto più tardi Nicola Zingaretti: “Su #superbonus stiamo facendo buoni progressi. Può essere una vera svolta. È molto importante che il governo estenda uno strumento rivoluzionario fino al 2023 ”.

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È stato anche chiesto ad alta voce di reinserire il superbonus in Recovery Giuseppe Conte. In un post di Facebook in mattinata, l’ex premier ha scritto che “la transizione ecologica è una priorità sia per me che per il Movimento 5 Stelle. È un’opportunità essenziale per il nostro Paese e non può essere posticipato per mancanza di lungimiranza o mancanza di volontà politica. Da questo punto di vista il superbonus al 110% è un misura fondamentale non solo per salvare il nostro pianeta e ridurre significativamente le emissioni, ma anche per consentire a milioni di famiglie di farlo risparmiare sui costi energetici e per rendere le loro case più sicure piano terremotoConte ricorda poi che grazie al superbonus “si creano migliaia di posti di lavoro con siti diffusi sul territorio “. La sua presenza nel Pnrr è quindi”essenziale“.” Non possiamo permettercelo creare incertezza sul futuro di questo provvedimento ”, aggiunge il leader in pectore del Movimento. Anche perché “Il Parlamento ha parlato in modo chiaro e compatto sulla necessità di estendere il superbonus almeno fino al 2023 a tutti i soggetti ea tutte le tipologie di edifici. Tutte le categorie produttive lo considera fondamentale rilanciare il settore delle costruzioni e dare certezza agli investimenti. Questo governo ha abbracciato la svolta transizione ecologica ed ecco perché devi essere coerente. La misura del superbonus deve essere prorogata fino al 2023 e, anzi, è necessario intervenire per realizzarla ancora più semplificato. Sono necessarie segnali politici forti e chiari“.

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L’aiuto era arrivato anche dall’ABI – Associazione bancaria italiana – secondo cui “la certezza del diritto, la massima semplicità e stabilità possibili, almeno fino al 2023, le misure attuate sono fondamentali per consentire lo sviluppo di adeguati programmi di investimento in questa materia intrinsecamente complessa ”. In una nota, il presidente Antonio Patuelli e il dg Giovanni Sabatini parlare di “incentivo decisivo alla ripresa importanti filiere della nostra economia “.

Il provvedimento, introdotto con il decreto Ravviva Maggio 2020 ma operativo da agosto, è già stato più volte ristrutturato e ora consente di riservare il credito d’imposta per lavori entro giugno 2022 nel caso di case unifamiliari, con possibilità di arrivare a fine anno per finire il lavorare per il condomini che a giugno hanno già completato almeno il 60%. Per il solo edilizia sociale, edifici IACP, è possibile prorogare fino a giugno 2023. Finora l’incentivo ha interessato più case unifamiliari che condominiali, dove si sono tenute riunioni di approvazione lavori, più complicate anche per Covid. Tuttavia, guardando le dimensioni del lavoro, l’analisi di Ance mostra che “in media, interventi più ampi Mezzogiorno (125mila euro), contro una media del Centro Nord che si aggira intorno ai 117mila euro (dato totale circa 119mila euro) “e che comunque sono valori” triplicati al Sud e quadruplicati al Centro-Nord “rispetto a febbraio. registrato al 13 aprile oltre 10.000 interventi per quasi 1,2 miliardi, con un aumento costante, 9,2% rispetto ai 15 giorni precedenti, con buone performance anche al Sud come testimonia un’analisi di Ance sugli ultimi dati del monitoraggio congiunto Mise-Enea.

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Un altro problema che alimenta le tensioni è quello di la governance il piano di ripresa e resilienza, nodo su cui è caduto il governo Conte per scelta di Matteo Renzi a gennaio. Draghi, infatti, punta a crearne uno sala di controllo affidato a Palazzo Chigi con il contributo dei soli ministri competenti, i quali settore tecnico. I partiti hanno quindi paura di essere tagliati fuori dalla gestione dei fondi europei. Anche le divisioni quota 100 – che il Lega mira a mantenere come parte di una più ampia riforma delle pensioni – sulla tassazione, su liberalizzazioni. “Credo che ci sia aggiustare fare in termini di politica industriale e rigenerazione urbana ”, afferma il coordinatore di Fi Antonio Tajani. “I fondi destinati al Sud non devono essere inferiori al 40%”. Il problema, però, è che il tempo per le trattative sta scadendo: l’esecutivo intendeva dare un primo timbro alla ripresa entro il fine settimana, in modo da inviare il testo alle Camere e dare un minimo di tempo ai parlamentari per muoversi. inoltrare. ogni cambiamento. Ma al momento non è chiaro se l’incontro avrà luogo oggi più tardi o se sarà spostato a domani. Dopo il passaggio in Parlamento, viene poi fornito un ultimo via libera Consiglio dei ministri. Il gioco infatti deve essere chiuso da 30 aprile, quando la versione finale del piano deve essere inviata all’Unione Europea. A pena di ritardo nell’invio delle prime risorse per sollevare il paese di crisi causato da Covid.

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