Rutte viene ancora in Parlamento per un dibattito sulle vittime degli ‘assegni per i figli’ |  ADESSO

Rutte viene ancora in Parlamento per un dibattito sulle vittime degli ‘assegni per i figli’ | ADESSO

Il primo ministro Mark Rutte giovedì si difenderà da una Camera critica per i bambini rimossi dalle loro case i cui genitori sono vittime dello scandalo delle indennità. Un’ampia maggioranza della Camera ha già appoggiato una richiesta in tal senso del deputato Pieter Omtzigt.

A nome del gabinetto, su questo delicato argomento parleranno anche il ministro Franc Weerwind (Protezione legale) ei Sottosegretari di Stato Aukje de Vries (Supplies) e Maarten van Ooijen (Youth Aid).

Quasi tutta l’opposizione ha anche affermato martedì che vorrebbe che Rutte fosse presente, dal momento che il suo precedente gabinetto è caduto sullo scandalo del risarcimento e il risarcimento per le vittime è stato ripetutamente ritardato.

Rutte parlerà giovedì al parlamento ucraino tramite un collegamento fotografico, su richiesta del presidente Volodimir Zelensky. Omtzigt dice che non vuole sventare quei piani con la sua richiesta. Ha suggerito di sospendere il dibattito per un’ora, se necessario. Altri sono d’accordo: “Abbiamo tutto il giorno”, ha detto il capo dell’SP Lilian Marijnissen.

Rutte ha promesso di agire rapidamente, ma non è successo nulla

Tra il 2015 e il 2020, secondo l’Ufficio centrale di statistica, almeno 1.115 figli delle vittime del caso di sussidio sono stati affidati in affido o in istituti. Il fisco ha erroneamente etichettato i loro genitori come truffatori e li ha messi in difficoltà finanziarie con incassi e multe. Molti genitori sono stati colpiti anche psicologicamente.

Il primo ministro Mark Rutte lo ha definito “molto serio” a metà ottobre e ha affermato che i collocamenti abusivi di bambini “devono essere considerati molto seriamente”. Ha promesso di far sapere alla Camera “velocemente come andremo avanti” e ha sottolineato che l’intero fascicolo del caso degli assegni familiari è stato “terribile”.

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Il deputato Pieter Omtzigt ha concluso a marzo, sulla base di una lettera del gabinetto, che nessun bambino era stato restituito ai genitori dopo sei mesi.

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