Siamo sicuri che valga la pena lasciare le attività spaziali nelle mani di pochi e instabili miliardari?

Siamo sicuri che valga la pena lasciare le attività spaziali nelle mani di pochi e instabili miliardari?

Il 16 dicembre scorso è stata celebrata la Giornata Nazionale dello Spazio, in memoria del lancio del satellite San Marco 1, che ha reso l’Italia la terza nazione al mondo a mettere in orbita un proprio satellite. Tuttavia, il lancio è avvenuto il 15 dicembre 1964 e la differenza di data rimane ancora un mistero. Alcuni ipotizzano che nel 2021 qualcuno nel governo italiano non fosse correttamente informato.

Negli anni, il numero di satelliti lanciati è notevolmente aumentato, raggiungendo un totale di 11.139 satelliti al 14 aprile 2022, di cui 7.289 ancora in orbita. Circa quattromila di questi satelliti sono ancora attivi, mentre gli altri sono guasti o spenti.

Le missioni spaziali non suscitano più lo stesso interesse e stupore di un tempo. Oggigiorno, immagini di galassie che si formano e muoiono a miliardi di anni luce da noi sono considerate normali; siamo persino riusciti a ricostruire immagini di buchi neri.

Le ricerche spaziali hanno compiuto enormi progressi nel corso degli anni, risolvendo molte domande, ma allo stesso tempo ne sono emerse molte altre che richiedono l’attenzione della comunità scientifica e umanistica.

Sebbene i finanziamenti pubblici siano ancora importanti per lo studio dello spazio, sempre più rilevanti stanno diventando i capitali privati. Tuttavia, è fondamentale chiedersi se sia giusto lasciare le attività spaziali nelle mani di pochi miliardari dall’equilibrio mentale incerto.

I trattati internazionali attuali non sono sufficienti per garantire un uso pacifico dello spazio. Attualmente ci sono cinque trattati che definiscono la giurisprudenza spaziale, ma è necessario aggiornarli e affrontare la questione legale, etica e morale dell’esplorazione e dell’uso dello spazio a livello internazionale, come si fa per il cambiamento climatico.

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Il Comitato delle Nazioni Unite per l’uso pacifico dello Spazio (UNCOPUOS) è l’organo di controllo di questi trattati, ma è di fondamentale importanza affrontare questa questione prima che sia troppo tardi. L’esplorazione spaziale e il suo utilizzo richiedono un approccio globale che salvaguardi gli interessi di tutte le nazioni e dell’intera umanità.

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