Un’immagine di Venere senza precedenti, e per certi versi sorprendente, è stata appena rilasciata dalla NASA: è stata scattata dalla Parker Solar Probe, durante una visita ravvicinata avvenuta nel luglio 2020.
Come alcuni ricorderanno, la missione sonda intitolata a Eugene Parker, pioniere nel campo dell’eliofisica, è orientato verso il Sole. “Sfiorerà”, per così dire, la nostra stella raggiungendo una distanza record di 6 milioni di chilometri e studiare la parte più esterna dell’atmosfera, chiamata corona solare, e le tempeste magnetiche per comprendere meglio le conseguenze delle attività sulla Terra e nelle missioni spaziali.
Indagine, lanciato nell’agosto 2018, ha già riportato diversi risultati interessanti, inviando le prime immagini della corona solare e stabilendo sempre nuovi record di vicinanza al sole. Anche se il suo obiettivo finale è la nostra stella, Venere gioca un ruolo chiave nella missione, perché la navicella utilizzerà la sua forza gravitazionale per ottenere la direzione desiderata: una serie di aiuti gravitazionali che consentiranno alla navicella di volare sempre più vicino al Sole.
Ma oltre alle dinamiche orbitali, questi passaggi offrono anche visioni uniche e inaspettate del sistema solare, e questo è il caso dell’immagine di Venere: durante la terza “assistenza gravitazionale” della missione, l’11 luglio 2020, il WISPR (Imager ad ampio campo) del Parker Solar Probe ha catturato una straordinaria istantanea del lato notturno del pianeta a 12.380 chilometri di distanza, sorprendendo anche gli scienziati per la sua efficienza (è uno strumento progettato per osservazioni in luce visibile, e invece è riuscito a dare uno sguardo alla superficie del pianeta).
Si tratta, come spiega Brian Wood, astrofisico e membro del team WISPR, di un risultato molto simile alle immagini acquisite dalla sonda Akatsuki a lunghezze d’onda vicine all’infrarosso. Ciò ha riportato il team dello strumento in laboratorio per misurare la sua sensibilità alla luce infrarossa.; se ci fossero conferme, la novità porterebbe con sé inaspettate opportunità di studio missionario. Al contrario, l’immagine di Venere potrebbe aver piuttosto rivelato una “finestra” fino ad allora sconosciuta nella sua atmosfera.
Il problema sarà indagato ad aprile, quando arriveranno sulla Terra e verranno elaborati i dati relativi al nuovo close flyby avvenuto il 20 febbraio 2021.
Secondo il post sul sito web della NASA, le strisce di luce che vediamo nell’immagine di solito sono causati da una combinazione di particelle cariche, chiamate raggi cosmici, luce solare riflessa da granelli di polvere spaziale e particelle di materiale espulse dalle strutture dei veicoli spaziali all’impatto con questi granelli di polvere.
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