Stato di emergenza, proroga fino al 31 marzo. Oggi torna il provvedimento al Cdm

Omicron spaventa il mondo, l’Europa, l’Italia. In Gran Bretagna ieri si è registrato il primo decesso. Lo scenario non è dei migliori. L’esperienza acquisita con la pandemia spinge il ministero della Salute di Roberto Speranza – e tutte le forze politiche, Salvini compreso – a favorire un estensione del stato di emergenza nel nostro Paese dopo il 31 dicembre. La decisione sarà probabilmente presa oggi in Consiglio dei ministri e assumerà la forma di un decreto che dovrebbe fissare la proroga fino al 31 marzo. Una sorta di mediazione tra chi non avrebbe voluto superare i due anni massimi previsti dalla legge sullo stato di emergenza, e chi da settimane spinge, trovando nella proroga anche un altro motivo per mantenere Draghi a Palazzo Chigi.
Ieri mattina il segretario del Pd, Enrico Letta, ha chiesto nuovamente la proroga, secondo la quale in questo modo “evitiamo di ritrovarci oggi come l’Olanda”. Sulla stessa linea Giuseppe Conte che, fresco dell’incontro con Draghi a Palazzo Chigi, guarda ai dati, la variante “molto contagiosa”, e dice che “ci sembra necessario arrivare a un allungamento”.

Meno netto, ma più possibile del solito, Matteo Salvini invita anche ad aspettare “i dati” e a non dare “giudizi a priori”. Il leader della Lega sembra avvicinarsi al pragmatismo del coordinatore di FI Antonio Tajani che sul tema ha sempre evitato le guerre di religione evocando la situazione dei contagi e delle cure intensive. Contro Giorgia Meloni che chiede “dopo due anni che urgenza è?”. Una domanda che pone anche il virologo Andrea Crisanti: “Lo dico sinceramente: ciò significa che abbiamo una classe politica, e mi metto contemporaneamente maggioranza e opposizione, che non hanno trovato una soluzione normale” per far fronte al Covid -19″.

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Anche se la situazione degli ospedali non desta preoccupazione, il rischio che la fine dell’emergenza possa essere interpretato al contrario di questo messaggio di cautela e prudenza che ha finora permesso al nostro Paese di “gestire” la pandemia. Ieri c’erano ancora 920 casi di omicron in più rispetto a domenica nell’Unione Europea. Il totale complessivo è di 1.686 positivi segnalati dai 23 Paesi dell’area, di cui 27 dall’Italia. Questi sono i dati aggiornati diffusi dall’ECDC, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie.

INGHILTERRA

Intanto da Londra arrivano poche notizie rassicuranti. Nella capitale inglese il 44% dei positivi al Covid dipende da omicron, nel 20% dei casi nel resto dell’Inghilterra. I ricoveri e i decessi per la nuova variante “aumenteranno drammaticamente” nel Regno Unito nei prossimi giorni, ha affermato il ministro della Sanità britannico Sajid Javid. NHS England ha appena annunciato che tornerà al suo più alto livello di preparazione alle emergenze, noto come incidente di livello nazionale quattro, ha affermato Javid. Javid ha parlato il giorno in cui è stata registrata la prima morte di Omicron in Gran Bretagna. Una variante arrivata anche nel Paese, la Cina, dove tutto è iniziato nell’autunno del 2019. Il paziente zero, nel Dragone, è stato ricoverato in un ospedale di Tianjin, città nel nord-est del Paese. Intanto Israele si mette al riparo. Lo Stato ebraico ha avviato la vaccinazione contro il covid nelle scuole per i bambini dai 5 agli 11 anni.

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