All’inizio di dicembre, un breve cartone animato è andato in onda sulla televisione di stato venezuelana VTV con protagonista “Súper Bigote”, un supereroe alto, muscoloso e soprattutto baffuto che assomiglia particolarmente a Nicolás Maduro, il presidente del Venezuela. Non si sa esattamente chi l’abbia disegnato, se sia stato finanziato con soldi pubblici o se ci saranno altri episodi. Alcuni analisti, citato tra gli altri di Washington Post, ha definito il “Súper Bigote” (“Super Baffo”) uno strumento di propaganda che mira a cercare di rilanciare la popolarità di Maduro e del suo regime, in particolare dopo la perdita di consensi registrata durante le ultime elezioni amministrative.
All’inizio del cartone animato, un personaggio biondo sovrappeso – a metà tra un malvagio personaggio Marvel e l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump – viene visto premere un pulsante rosso nello Studio Ovale della Casa Bianca. In quel momento, un drone attacca la rete elettrica nazionale del Venezuela, provocando un blackout generale: una voce femminile grida “Aiuto! e un paziente operato si alza dal divano urlando.
Nel frattempo, due personaggi che ricordano i leader dell’opposizione venezuelana Henry Ramos Allup e Julio Borges sorridono e applaudono, vestiti rispettivamente da gallina e da pollo.
Interviene così Súper Bigote, che rassicura i preoccupati e promette di distruggere “i cattivi”. Indossa un casco con la bandiera venezuelana sulla sua tuta rossa e blu e con il pugno di ferro distrugge il drone, ridando elettricità al Paese. Il supereroe viene poi celebrato con la canzone del popolare artista di musica latina Ray Barretto”Indistruttibile”, Uno dei preferiti di Maduro.
La storia raccontata nell’episodio non riguarda troppo segretamente ilblackout prolungato che nel 2019 ha colpito diverse regioni del Venezuela, tra cui la capitale Caracas: questa è stata una delle tante disfunzioni che i venezuelani hanno dovuto sopportare a causa della cattiva gestione delle infrastrutture e della diffusa corruzione nel settore, ma che il governo Maduro ha attribuito a un deliberato attacco da parte di esterni agenti che cercavano di destabilizzare il regime.
Secondo Paese, anche adesso, il governo venezuelano ha fatto ricorso alla vignetta per convincere la popolazione che tutto ciò che non funziona in Venezuela è dovuto a fattori esterni. “Súper Bigote” potrebbe anche essere un modo per cercare di rafforzare l’immagine di Maduro e per provare a recuperare i consensi, in un Paese da anni in preda a una gravissima crisi economica e politica.
Maduro è presidente del Venezuela dal 2013, ma è molto meno popolare del suo predecessore, Hugo Chávez, ed è considerato il principale colpevole della crisi venezuelana. Recentemente ha affermato un grande successo durante le ultime elezioni regionali, tenutesi il 21 novembre, quando l’affluenza alle urne è stata però la più bassa degli ultimi vent’anni e diversi dubbi erano stati espressi sulla regolarità del voto.
Secondo la sociologa Anaís López, intervistata da Washington Post, la vignetta di “Súper Bigote” servirebbe sia ad “adulare ed esaltare” Maduro, sia a mettere in cattiva luce i leader dell’opposizione, con l’obiettivo di promuovere il regime “in tutte le forme possibili”.
Infatti, come osserva David Smilde, sociologo della Tulane University di New Orleans ed esperto di Venezuela, le vignette sono “un classico mezzo di propaganda nei regimi autoritari” e da questo punto di vista la storia di “Súper Bigote” è un esempio di un conflitto in cui il supereroe, Maduro, in questo caso, interviene e sistema tutto. Allo stesso tempo, Smilde ha osservato che secondo vari sondaggi, una larga parte della popolazione venezuelana non crede o non crede più alle teorie del complotto di Maduro e quindi questo tipo di propaganda non sembra particolarmente efficace.
– Leggi anche: Faida tra Stati Uniti e Venezuela per un uomo d’affari colombiano
La vignetta è stata rilasciata da diversi politici e sostenitori del regime di Maduro ed è stata ridicolizzato e criticato da molti venezuelani sui social network.
Il nome di “Súper Bigote” deriva dallo stesso Maduro, che nel 2019 ha risposto alle critiche degli oppositori politici che lo accusavano di essere all’origine della crisi e di far cadere i governi di un movimento baffuto: in un discorso trasmesso in televisione, agitando i baffi e mostrando l’immagine di un Superman baffuto, Maduro Egli ha detto “Non sono Superman, sono Super Bigote”.
Il governo venezuelano non ha commentato la trasmissione della vignetta, ma Julio Borges, ex presidente del parlamento in esilio volontario in Colombia, lo ha fatto. In un post su Twitter accompagnato da alcune immagini di persone che cercano di mangiare spazzatura per strada, Borges ha scritto: “Ecco la verità: il Super Destroyer del Venezuela. Maduro è miseria e corruzione”.
Ecco la verità: il Super Destroyer del Venezuela. Maduro è miseria e corruzione. pic.twitter.com/cgtov4YZrl
– Giulio Borges (@JulioBorges) 2 dicembre 2021
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