Superlega, 11 squadre di Serie A: “Sanzioni contro Juve, Inter e Milan”

La firma sul documento arriva da Roma, Torino, Bologna, Genoa, Sampdoria, Sassuolo, Spezia, Benevento, Crotone, Parma e Cagliari, mentre sono uscite Napoli, Lazio, Fiorentina, Atalanta e Verona.

La risposta non tarderà ad arrivare. La maggioranza della Serie A ha messo sulla carta le proprie intenzioni: esaminare le colpe dei tre club ex separatisti (Juventus, Inter e Milan anche se il progetto Superlega è fallito ancor prima di salpare) e dei dirigenti che li rappresentano all’interno della Lega. Era un’intenzione già annunciata in assemblea venerdì pomeriggio, e che la maggioranza dei club del campionato l’ha tradotta in una lettera che sarà presto ricevuta dal presidente della Lega Paolo Dal Pino. Oltre al contenuto del messaggio, vanno evidenziati i mittenti: undici società, Roma, Torino, Bologna, Parma, Genoa, Cagliari, Sampdoria, Sassuolo, Spezia, Benevento e Crotone. Restano fuori Napoli, Lazio, Fiorentina, Atalanta e Verona, che insieme a Inter e Juventus formano il blocco di sette società che condividono idee e strategie all’interno dell’assemblea. Anche l’Udinese ha rotto con la maggioranza. Anche il terremoto di Superlega non ha quindi rotto il fronte: i Cinque continuano a proteggere gli ex ribelli, nonostante il tentativo (fallito) di abbattere la Serie A e raccogliere risorse per loro altrove.

LA LETTERA

Nella lettera è scritta la necessità di un’assemblea speciale: un’esigenza che è già sorta durante l’ultima riunione dei circoli. La data della prossima data di ieri non è stata ancora fissata, ma lo sarà presto. Undici di loro chiedono la convocazione di una “assemblea urgente per analizzare i gravi fatti commessi dai club associati Juventus, Inter e Milan e dai loro amministratori, e le relative conseguenze”. Per proseguire poi: “Le suddette società hanno infatti sviluppato e firmato il progetto della Super League agendo in segreto da altri soci e dai massimi organi istituzionali del nostro sport, con evidenti e gravi danni a tutta la Lega e al complessivo sistema di Italiano. Calcio “. E in conclusione: “Ad oggi, peraltro, gli stessi non hanno ancora formalmente comunicato il ritiro dello stesso progetto, a riprova di una possibile ed inaccettabile ripresa della sua realizzazione”. I firmatari chiedono spiegazioni e sanzioni, e ovviamente i tre formalizzano l’uscita dal torneo alternativo. I firmatari fanno parte del fronte che si era sempre espresso a favore dell’ingresso di fondi nella struttura del progetto Serie A. Un progetto ideato da Dal Pino e che avrebbe portato un miliardo e settecento milioni di euro. Un progetto che inizialmente l’assemblea aveva votato all’unanimità, e che poi ha perso l’appoggio di tutta Juve e Inter: i fondi avrebbero dovuto gestire i diritti tv della Serie A e una clausola previo accordo a condizione che le società si impegnassero. per dieci anni non sostenere nuovi eventi come la Superlega, dal momento che il campionato avrebbe quindi perso il suo fascino.

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CONSEGUENZE

Venerdì, durante l’assemblea della Lega, l’argomento non era all’ordine del giorno. Anche se è stato imposto anche dalla cronaca. Si è deciso di incontrarsi in un vertice dedicato per approfondire meglio l’argomento. Ciò avverrà la prossima settimana o al più tardi nei primi giorni di maggio. In Inghilterra è già successo: quattordici club del campionato inglese hanno scoraggiato i sei (ex) colleghi dissidenti, chiedendo che i dirigenti coinvolti si dimettano dai rispettivi incarichi nelle commissioni del Primo Ministro. In Serie A, Andrea Agnelli (assente due giorni fa) rappresenta il vertice della Juventus ma anche uno dei membri del comitato interno impegnato a negoziare le migliori condizioni possibili con i fondi. Il fallimento dell’operazione lo vede come il principale imputato: ma verrà davvero in giudizio? Altre possibili conseguenze potrebbero riguardare le dimissioni di Marotta e Scaroni, il primo in nerazzurro e consigliere federale, il secondo presidente dei rossoneri e consigliere della Lega. Ma dev’essere l’assemblea a scoraggiarli. Il Milan, a differenza di Juve e Inter, non si era ribaltato, rimanendo favorevole alla cessione del 10% delle azioni di Serie A a private equity.

LA LEGA

Dal Pino venerdì aveva accusato con parole dure gli ex dissidenti, ma ora anche gli undici firmatari della lettera sono in attesa di un incarico ufficiale della Lega.

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