Il presidente ne aveva avuti 7 in primo grado: se la condanna sarà confermata, perderà tutte le cariche federali. I medici restano 12 mesi, la multa per il club va dai 150 ai 200mila euro
La Corte d’appello federale punisce il presidente della Lazio Claudio Lotito. Il giudice Torsello concorda infatti con la Procura federale, aumentando le sanzioni di Biancoceleste numero uno per quanto riguarda la sentenza di primo grado: da 7 si è quindi passati a 12 mesi di inibizione, circostanza che, se confermata dal collegio di garanzia a Cuneo , lo taglia fuori dal governo del calcio. Tenuto conto dei 2 mesi di inibizione che Lotito aveva ricevuto nel 2012 per “agentopoli”, sono largamente superati i 12 mesi più un giorno di squalifica in dieci anni, che determinano per regolamento la decadenza di tutte le cariche federali. L’articolo 29 dello statuto della FIGC, infatti, considera idonei solo coloro che “non sono stati interessati negli ultimi dieci anni, soggetti a riabilitazione, da provvedimenti disciplinari sportivi definitivi per squalifica complessiva. O squalifica superiore a un anno. , dalla federazione nazionale. , dal Coni, dalle discipline associate e dagli enti di promozione sportiva o da organizzazioni sportive internazionali riconosciute
Confermata la condanna dei medici
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Confermati, invece, i 12 mesi che il Tribunale federale aveva inflitto ai due medici Pulcini e Rodia, mentre la sanzione del club è stata portata da 150 a 200mila euro. Va ricordato che la Procura guidata da Giuseppe Chinè e Lazio, che auspicava la piena assoluzione, aveva impugnato la sentenza di primo grado. Come già annunciato in passato, la società farà ora ricorso al Collegio di Garanzia Cuneo, ultimo grado di giudizio sportivo. “Siamo sorpresi, aspettiamo di leggere i motivi ma se il Tribunale decide così ce lo spiegherà, e se non saremo d’accordo procederemo davanti al giudice superiore”, ha dichiarato l’avvocato della Lazio Gian Michele Gentile.
30 aprile 2021 (modificato il 30 aprile 2021 | 17:51)
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