“Tutta l’Europa ci incoraggia”. Gli azzurri guidano la rivincita della Brexit contro l’Inghilterra

Chi avrebbe potuto immaginare che gli Habs sarebbero diventati la bandiera d’Europa, e la squadra azzurra la punta di diamante di una rivincita continentale contro ilInghilterra Brexit? Persino il Francia chi non ha mai applaudito Italia, è ora blu con percentuali di quasi il 70 percento in un sondaggio di L’Équipe. E i portavoce dei Presidenti della Commissione e del Consiglio dell’UE, Ursula Von der Leyen e Charles Michel, hanno fatto sapere che il cuore dei due leader, tedesco e belga, di un’Europa che è riuscita a conquistare la Gran Bretagna divorzio, batte per lo stivale.

Le cicatrici di Londra contro il resto d’Europa

Niente più spaghetti e P38. Questa volta, l’immagine scioccante non viene da Berlino ma da Londra, la pizza tagliata all’ananas del tabloid Daily Star. Un pugno nello stomaco degli italiani, mentre il tecnico inglese Gareth Cancello sud, galvanizzato dalla lettera di incoraggiamento della Regina, stuzzica l’orgoglio nazionale prendendolo a distanza, dal “coraggio di respingere chi ha cercato di invaderci”. Ma ancor più sorprendente del riferimento alla seconda guerra mondiale, è quello del “decorum”, della decenza, che il “Daily Mirror” combina nelle parole di Gareth con l’esaltazione “per la nostra storia, la nostra forza nelle avversità. , il nostro rispetto per gli antenati e il futuro”. Arringa dell’allenatore della nazionale, che porta gli avversari laburisti a Westminster a consigliare a Boris Johnson di andare alla scuola di leadership di Southgate. BoJo risponde assumendo una festa nazionale se vince.


Inghilterra, il messaggio della Regina Elisabetta: “Auguri per la finale, ho consegnato l’ultima coppa 55 anni fa”

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Il distintivo

E se anche all’aeroporto di Heathrow le insegne luminose alle porte moltiplicano gli slogan di ciascuno, “Sta tornando a casa” (“Il calcio che gli inglesi hanno regalato al mondo sta tornando a casa”), l’ispirazione europea per l’Italia sposa l’ansia di indipendenza di Scozia e Galles. Lo scozzese “The National” produce una cover da urlo, con la nostra Mancini che ha sul viso il biancoblu della Scozia, leader dei guerrieri della fine degli anni 200 contro gli inglesi, nell’adattamento cinematografico dell’eroe William Wallace interpretato da Mel Gibson in “Braveheart”, Impavid Heart. Il titolo, “Final Hope”, è l’ultima speranza affidata al tecnico azzurro. “Salvaci Roberto, non sopportiamo che insistano su questo punto per 55 anni”.

Cinquantacinque anni da quando l’Inghilterra vinse la vittoria mondiale nel 1966. Non sorprende che a Edimburgo le bancarelle dei bar all’aperto ieri erano tutte ornate di bandiere tricolori ei negozi di souvenir vendevano stock di camicie blu davanti alle vetrine del whisky. Secondo un sondaggio “Buongiorno Gran Bretagna”, il 63% dei tifosi in Scozia, Galles e persino Irlanda del Nord sosterrebbe l’Italia. Laura Kemp, giornalista di “Wales Online” ricorda i secoli di oppressione inglese sul Galles, attacca Johnson, indica “l’arroganza e la presunzione” dei teppisti. È sempre. il Sud Europa è con l’Italia, a cominciare dagli spagnoli con cui c’è sempre stato un rapporto “latino” ma che abbiamo eliminato ai quarti di finale ai rigori. il loro Ct Luis Enrique aprì il cuore degli italiani promettendo loro, con veemenza, che avrebbe applaudito azzurro, mentre Jose Mourinho si limitò a desiderare la “fine perfetta” Italia-Inghilterra, ma i portoghesi indosseranno sempre il tricolore. E il fronte nordico si rimargina la ferita per l’eliminazione della Danimarca con un rigore discutibile su Sterling.

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Certo, nella battaglia finale di oggi si riversa l’atmosfera di un continente attraversato dalla falce del Covid e di una crisi economica che negli stadi cerca il suo momento di catarsi e rinascita. La Brexit ha diviso il Regno Unito, che detiene il record di decessi per virus (oltre 128.000). Eppure l’Inghilterra di oggi non è quella tutta bianca del 1966: poggia le ginocchia a terra per i diritti LGBT e ha calciatori di diverse nazioni (Kane ha padre irlandese, Rashford madre di Saint Kitts, Sterling è nato in Giamaica). Ma è anche un’Inghilterra che fa le spese della scelta “egoistica” e arroccata della Brexit, mentre l’Europa si ritrova finalmente unita sotto un cielo azzurro.

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