Nell’ambito del piano strategico che sarà presentato ufficialmente il 9 dicembre, Unicredit pianificherebbe circa 3mila nuove tazze ai dipendenti. L’inasprimento dei contratti rientrerebbe in un processo di semplificazione che riguarderà principalmente dipartimenti centrali dell’istituto di credito.
Il sito americano ha riportato la notizia nelle scorse ore. Bloomberg.com, di proprietà del miliardario ex sindaco di New York con lo stesso nome. In attesa dell’annuncio ufficiale della banca, molti media italiani ed europei già si chiedono cosa saranno tempi e modi della disposizione.
I dati definitivi sono ancora in fase di elaborazione. revisione, come precisano fonti dell’agenzia americana: per il momento l’unica certezza sembra essere quella relativa all’area geografica: i tagli saranno infatti operati sia nelle filiali che in Italia rispetto a quelli presenti in altri paesi esteri.
Il piano strategico e le poche certezze per il futuro
Da quanto si apprende, le uscite saranno su base volontaria. Saranno raggiunti attraverso l’uso di pensionamento anticipato e – insieme alla nuova struttura del personale – potrebbero essere sono previste anche nuove assunzioni.
La nuova tornata di tagli, secondo l’agenzia di stampa statunitense, si aggiunge a 3.900 licenziamenti derivanti dal precedente piano strategico e già concordato con i sindacati. Unicredit è attualmente presente in 13 paesi europei e conta circa 87.000 dipendenti.
Dopo nessun accordo per acquisire Monte dei Paschi, in questi giorni, la banca ha anche annunciato l’avvio di una riorganizzazione nel mondo del joint venture Garanzia: Assicurazioni Cnp ha infatti acquisito le attività assicurative vita italiane di Aviva, in virtù di un accordo avviato il 4 marzo 2021.
In particolare, emerge come con questo accordo Cnp Assurances acquisirà il 51% della compagnia di assicurazione sulla vita aviva (ora partecipata al 49% da Unicredit), che cambierà denominazione diventando Cnp Vita Assicura (con Cnp come primo azionista).
Tutte le strategie di Andrea Orcel
A pochi giorni dalla presentazione del nuovo piano industriale, prevista per il 9 dicembre, iniziano così a filtrare alcuni dettagli riguardanti gli interventi sul fronte occupazionale decisi dall’amministratore delegato della società Andrea Orcel.
Classe 1963, il banchiere di origine romana beneficia di una formazione di tutto rispetto e di una carriera trascorsa ai vertici di alcuni tra i più importanti istituti di credito d’Europa. Fu lui stesso nel 1998 ad orchestrare la fusione dei due gruppi italiani credito italiano e Unicredito, creando quella che ancora oggi è la più grande banca del nostro Paese.
L’anno successivo conclude personalmente un’altra fusione da 13 miliardi di dollari (11 miliardi di euro) tra Banco Bilbao Vizcaya e il gruppo Argentaria, dando vita all’istituto spagnolo. BBVA (noto a livello internazionale per essere stato a lungo lo sponsor principale del Lega, il principale campionato di calcio in Spagna).
Nel 2012 Orcel è entrato a far parte del team di gestione della banca d’affari svizzera UBS, guidando le operazioni di vendita. A settembre 2018 viene annunciato il suo arrivo al Banco Santander nel ruolo di amministratore delegato, ma l’operazione non ha avuto successo. È amministratore delegato di Unicredit dal 27 gennaio 2021 (scelta approvata il 15 aprile).
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